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Ascoltare e ascoltarsi. Perché solo quando si ascolta il rumore che ci si porta dentro si può poi essere pronti ad accogliere la parola altrui.
Michela Marzano
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 1,1-18)
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare (pone la sua tenda) in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.
Mi lascio ispirare
Che gioia il Verbo, il discorso di Dio su di me ha preso carne! Il cuore sussulta come tutte le volte in cui le parole cedono al contatto vero con la carne, la vita, la luce che sprigiona la vicinanza di coloro che ci amano più di loro stessi!
Relazioni che nessuna tenebra può vincere, perché manifestano e rendono presente l’indeformabile bellezza di Dio. E così oggi questa immersione nella Sua luce ci rende testimoni dell’arretrare delle tenebre in noi.
La grande sfida odierna? Accogliere (dal latino *accollĭgĕre, comp. di ad- e collĭgĕre «cogliere, raccogliere») una vita da figli amati che possiamo veder dispiegarsi dinnanzi a noi solo se siamo capaci di “raccoglierla” accanto a questo bimbo luminoso. Accosta alla sua mangiatoia ciò che chiede di essere riscaldato.
Inizia quel cammino che avrai il coraggio di percorrere solo dopo che verrà illuminato dalla sua presenza. E se lungo il percorso dovessi aver bisogno di fermarti per recuperare il coraggio di amare, non temere, perché Lui non è immobile nel suo tempio. Lui è il Dio con noi e sempre pianterà la sua tenda da campo lì dove le tue battaglie si faranno più dure!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale carne oggi ti ricorda che il Signore si è fatto uomo per te? Fermati a ringraziare!
Quale vita desideri oggi raccogliere e porre accanto alla Sua mangiatoia? Lascia che sia irradiata dal Suo venire al mondo, perché nessuna tenebra possa avere la meglio!
Il Signore che ha scelto di abitare nella tenda che è il tuo corpo. Quali fatiche ti sembra oggi importante affidarGli?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
25
Dicembre
2021
L’indeformabile bellezza di Dio
commento di Gv 1,1-18, a cura di Narciso Sunda SJ