Marc Chagall, Introduzione al teatro ebraico (particolare) -
Ormai è sazio
di ferite e di cielo. Si chiama
uomo. Si chiama donna.
Mariangela Gualtieri
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 6,12-19)
In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.
Mi lascio ispirare
Oggi ci viene raccontata la chiamata dei primi discepoli: dodici come i patriarchi del popolo d’Israele, i figli dello stesso padre Giacobbe, fratelli di sangue ma chiamati a riscoprire nella loro vita il vero senso della fraternità.
Il gruppo degli apostoli, così diversi tra loro, trova una radice comune: i dodici riconoscono la chiamata del Signore come fondamento di ciò che sono e fanno. Come loro, così anche noi siamo chiamati e scelti dal Signore e invitati a trovare la sorgente della nostra unità non in una presunta volontà comune ma nella vocazione di Dio.
Questa la buona notizia per tutte le volte in cui fatichiamo a stare con l’altro e con le sue diversità, per quando la comunità sembra mettere vicino caratteri e caratteristiche incompatibili. Il nostro stare insieme, il nostro essere chiesa riposa nella preghiera e nella chiamata di Gesù che non si stanca di sceglierci, chiamarci, inviarci.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa mi aiuta a riconoscere nella diversità dell’altro una ricchezza?
In quali occasioni mi sento in unità e comunione con la mia comunità?
Quale luogo della mia vita mi aiuta a mettermi in ascolto della chiamata del Signore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
28
Ottobre
2021
Ricomincio da te
commento di Lc 6,12-19, a cura di Anna Laura Lucchi Filippo Zalambani