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Anche io, come la terra appartengo a tutti,
non c’è una sola goccia di odio nel mio petto
aperte sono le mie mani e spargono le uve nel vento.
Pablo Neruda
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 12,46-50)
In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».
Mi lascio ispirare
A volte ci capita di incontrare persone con le quali fin da subito si crea un’intesa, un feeling inspiegabile che ci rende vicini anche se apparentemente lontani. A volte sono persone che passano nella nostra vita per poco tempo, e chissà se le rivedremo; altre volte condividono con noi una parte di strada più lunga; altre volte tutta la vita. Ci sembra di non avere niente in comune, eppure c’è qualcosa che ci lega, che ci fa sentire come fossimo fratelli e sorelle; la loro vicinanza e presenza nella nostra vita ci dà gioia e ci sentiamo di “appartenere” loro. Com’è possibile?
Quel qualcosa che ci fa sentire vicini, sempre in comunione anche quando siamo lontani, è il dono dell’amore. Ci assomigliamo come fratelli e sorelle. Siamo amati, dallo stesso Dio che ci chiama uno per uno per nome, che ci invia a portare il suo amore agli altri, che ci dona di condividere la buona notizia dell’amore per la pienezza delle nostre esistenze.
Può capitare che in alcune circostanze i legami familiari possano lasciarci un amaro in bocca di estraneità, solitudine, spaesamento. E allora ci chiediamo anche noi come Gesù: “Chi è nostra madre, chi sono i nostri fratelli, a chi apparteniamo?”. Non abbattiamoci, ma continuiamo a radicarci nell’amore di Cristo che è quel vincolo vitale per gustare la vita vera. Poi, quanto deboli sono i legami di sangue di fronte all’unico legame d’amore puro, totale e gratuito che ci viene donato dal Padre di tutti gli uomini e di tutte le donne! Quale grande famiglia in Cristo possiamo essere se tra noi ci scambiamo briciole dell’amore che Lui ci ha dato per primo!
Scopriremo che per quanto i tratti dei nostri volti siano diversi, saremo accomunati dalle stesse linee dolci dei sorrisi e, nei momenti difficili, dalle stesse linee curve delle lacrime. In Cristo, il nostro bisogno di appartenenza è compiuto, il nostro bisogno di riconoscerci amati e condividerlo con gli altri, generando altra vita proprio grazie a questo scambio, si realizza nella grande famiglia di Dio.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quali occasioni mi è capitato di sentirmi estraneo in famiglia o in un gruppo di amici?
Quando ho sperimentato la misteriosa comunione con altri?
Come concretizzo il mio desiderio di appartenere a Cristo nel mio quotidiano?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
20
Luglio
2021
Misteriosa appartenenza
commento di Mt 12,46-50, a cura di Ilaria De Lillo