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Le parole che ti scrivo non so dove le ho comprate,
di sicuro le ho cercate senza nessuna fretta,
perché lʼargento sai si beve, ma lʼoro si aspetta.
Niccolò Fabi, Il negozio di antiquariato
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 2,41-51)
I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che lʼudivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore.
Mi lascio ispirare
Come è possibile che Gesù sia rimasto nel tempio, non dicendo nulla ai genitori e lasciandoli nell’angoscia e nella preoccupazione? L’atteggiamento del Signore qui sembra veramente strano, quasi capriccioso. È vero che avendo dodici anni per la legge giudaica era maggiorenne, però risulta comunque difficile capire fino in fondo la sua scelta.
Nella scena del ritrovamento si notano due stupori: lo stupore dei dottori, ammirati, e lo stupore dei genitori, che sono più preoccupati e non comprendono, quasi perdendo di vista la straordinarietà della scena: un ragazzino di dodici anni che risponde ai dottori del tempio.
La risposta di Gesù, come spesso accade nei Vangeli, risulta un po’ enigmatica, per lasciare intravedere qualcosa di più profondo. Gesù manifesta una consapevolezza sulla sua vita di cui i suoi genitori non sono ancora coscienti. Ha compreso che il Padre lo sta chiamando a qualcosa, e segue questa chiamata, che relativizza anche le relazioni della famiglia. È una chiamata che si chiarirà lungo la sua vita, adesso è solo in una fase iniziale.
Interessante è anche il finale: Gesù, nonostante questo slancio, si rende conto che per il momento il suo posto e tornare a Nazaret, continuare la sua vita di tutti i giorni. È anche questa una scelta misteriosa, che però dice che Gesù ha bisogno di un tempo, passato nell’ordinarietà, tempo che durerà la maggior parte della sua vita, per maturare e approfondire il germe che è nato. L’atteggiamento di Maria è proprio di chi non comprende, ma accoglie nel cuore, sapendo che con il tempo verranno alcune risposte.
A volte nel Signore abbiamo delle intuizioni importanti, però queste necessitano tempo e discernimento, per essere chiarite e sviluppate. Il Signore non ha fretta, e con lui possiamo saggiare ciò che accade nel nostro cuore. La quotidianità con i suoi fatti a volte banali è un luogo importante per comprendere i nostri desideri più profondi. Se messi di fronte al Signore giorno per giorno, con fiducia, crescono, per essere accolti e spesi quando fioriscono.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa mi dice l’atteggiamento di Gesù? Quale intuizione profonda sta nascendo nella preghiera e il Signore mi chiede di saggiare?
Quali avvenimenti, relazioni quotidiane mi parlano di qualcosa di importante, che sto cercando?
Quali cose della mia vita, che non comprendo pienamente, metto davanti al Signore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
12
Giugno
2021
Un’intuizione che richiede attesa
commento di Lc 2,41-51, a cura di Daniele Ferron