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Bisognerebbe ricominciare dall’inizio ogni giorno. Dirsi addio e perdersi di vista. E poi subito cercarsi e ritrovarsi. Bisognerebbe vivere soltanto di inizi. Come due sconosciuti, che si hanno senza aversi mai del tutto.
Fabrizio Caramagna
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 6,16-21)
Venuta la sera, i discepoli di Gesù scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!». Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti.
Mi lascio ispirare
La festa di Pasqua evoca in noi immagini luminose: la colomba che vola in un cielo azzurro con un ramoscello di ulivo nel becco, l’arcobaleno, le uova colorate, l’agnello dalla lana candida.
Sono immagini ben lontane da quelle del vangelo di oggi, dove dominano il buio, l’agitarsi del mare, la forza del vento. I discepoli sono soli.
Che cosa provo a vederli remare a tarda sera, lottando contro le onde, lontani dal loro Signore?
Forse mi sento come loro?
I discepoli non riconoscono Gesù. Sarà per il buio, sarà perché la sua immagine appare e scompare tra le onde, sarà perché egli cammina sul mare.
Cammina, leggero, proprio su quel mare in cui io rischio di affondare.
Con la fiducia in Gesù che sa come e dove raggiungermi, chiedo la grazia di perdere il controllo.
Perdere il controllo per essere come i primi discepoli, che a un certo punto non ci hanno capito più niente.
Perdere il controllo come chi è innamorato.
Perdere il controllo nell’esperienza dello stupore. Lasciarmi illuminare dalla bellezza.
Perdere il controllo nell’esperienza della paura, dove tutti i sensi si attivano, dove mi guida solo l’attaccamento alla vita.
Perdere il controllo per crescere.
Perdere il controllo per perdere la solitudine e scoprirmi amato.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Richiamo alla memoria una volta in cui mi sono smarrito. Che cosa ho provato?
Come ho poi ritrovato la via?
Come mi sento nel ripensare a questa esperienza?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
17
Aprile
2021
Perdersi per ritrovarsi
commento di Gv 6,16-21, a cura di Stefano Corticelli SJ