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Donare! Avere il gesto che consola, che toglie alla mano il suo peso di carne, che consuma il bisogno di essere amato!
Léon Degrelle
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 3,31-36)
Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui.
Mi lascio ispirare
Un dono che vuole essere accolto. Giovanni insiste parecchio sul rapporto di Gesù col Padre, che è fondamentale per la vita del credente: chi crede nel Figlio ha la vita eterna. E questo credere non è tanto un gesto intellettuale o una formula da recitare, ma accettare nella vita che Gesù è il “testimone” di Dio, è colui che ce lo rivela, non altri né altro.
Quindi proprio quel Gesù che è venuto a condividere la nostra umanità, che è venuto a farsi carico delle nostre situazioni di morte, di debolezza, di difficoltà, quel Gesù che ha deciso di “abbattere i potenti e innalzare gli umili”, proprio lui è il segno di Dio, è il dispensatore dei doni del Padre, perché lui è nel Padre e il Padre è in lui. E il dono che è venuto a offrire è il più prezioso e duraturo: lo Spirito.
Questo è il dono che ci fa vivere da figli – finalmente! – nel Figlio. Il dono che ci fa essere testimoni di un rapporto di amore, quello fra il Padre e il Figlio, che è venuto a comprendere, per pura grazia, anche noi. Il dono che ci permette ogni giorno di poter esprimere quella stupenda e unica preghiera che è il “Padre nostro”. Senza lo Spirito di vita, le nostre parole non sarebbero altro che righe di musica senza note.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale dono aspetta di essere accolto nella mia vita?
Di cosa mi sento chiamato a essere testimone?
Quando mi sono sentito compreso per pura grazia?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
15
Aprile
2021
Segno di Dio
commento di Gv 3,31-36, a cura di Lino Dan SJ