Ph. from Piqsels -
L’amore, si sa, allarga gli orizzonti di chi lo sperimenta.
Paolo Curtaz
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 24,35-48)
In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».
Mi lascio ispirare
Possiamo sintetizzare l’incontro con il Risorto con due passaggi che si susseguono.
Il primo è l’ascolto della narrazione di chi l’ha incontrato prima di noi, la testimonianza credibile, perché incarnata nell’esperienza di vita, di chi ha attraversato e superato l’incredulità e si è visto aprire gli occhi.
Il secondo è una sorta di “contagio di gioia”: la trasmissione della fede non si può fermare al racconto di vita, ma è vita stessa, che apre la mente e il cuore. Questa è l’esperienza diretta che coinvolge tutti i sensi: toccare, guardare, ascoltare e comprendere la Scrittura, cioè riconoscere il Signore risorto nella quotidianità della nostra vita, nelle relazioni più difficili, nelle paure, nelle fatiche come nelle gioie, nelle sorprese, nelle feste.
Gesù risorto ci insegna l’importanza della comunità, all’interno della quale è custodita la
memoria della salvezza e allo stesso tempo la salvezza stessa.
Chiediamo, dunque, al Signore di aiutarci ad accogliere quel “Pace a voi!”, di attraversare i nostri fantasmi, affrontare le difficoltà della fede, affinché questa sia un affidamento totale a tutto ciò che non comprendiamo, con l’unica certezza che lui vuole rendere la nostra vita bella, trasformando l’inquietudine e la paura di tale novità in coraggiosa accoglienza e renderci coraggiosi testimoni del Risorto.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali sono o sono stati i testimoni del Risorto nella mia vita?
Per chi posso essere io testimone del Risorto?
Quale mia inquietudine posso trasformare in coraggiosa opera di carità?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
8
Aprile
2021
Contagio di pace
commento di Lc 24,35-48, a cura di Marco Ruggiero