Ph. by Ron Shawley, CC BY 3.0, via Wikimedia Commons -
Si va via per tornare.
Dacia Maraini
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 5,17-30)
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco». Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio. Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
Mi lascio ispirare
Risalire alle sorgenti. Tornare dove la propria vita è cominciata perché una nuova vita possa nascere. I salmoni compiono questo pellegrinaggio attraversando l’oceano, il fiume e le rocce del torrente.
Anche noi, donne e uomini adulti, portiamo nel cuore il richiamo di quella immediatezza dove essere accolti e accogliere sono tutt’uno, apparsa il giorno della nostra nascita. L’eco di quel giorno risuona mentre ci arrabattiamo in mille attività, dove il mondo sembra caricato sulle nostre spalle.
Occupati come siamo, sempre di corsa, abbiamo ottimi alibi per fingere di non sentire, delle scuse per raccontarci che il nostro io bambino è morto e sepolto in un passato remoto. Stretti tra tante scadenze e spesso stanchi abbiamo imparato a circondarci di suoni, a nutrirci di immagini, per reggere alla pressione.
L’inganno tiene fino a un certo punto. La condizione di isolamento, una caduta, o una crisi ci riportano all’evidenza che di tempo ne abbiamo, desiderio di essere riconosciuti pure, solo che la paura è tanta. Di che cosa abbiamo paura?
La paura ci frena, ma non ci ferma. L’istinto ci spinge verso la sorgente, dove siamo stati accolti e amati. Tornare indietro, perché? Forse per ridiventare bambini, candidi e ingenui? Non è, invece, perché solo andando alla sorgente, possiamo davvero accogliere e amare?
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Dove sono le tue sorgenti?
Che cosa ti spinge verso di esse?
Che cosa, invece, ti trattiene?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
17
Marzo
2021
Risalire alle sorgenti
commento di Gv 5,17-30, a cura di Stefano Corticelli SJ