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È passato l’inverno
lasciandomi addosso il ricordo di un saluto
e il sapore incerto del passato
e non sono più legata alle abitudini di un tempo.
Ecco la novità: al mio risveglio
è arrivata da un altro pianeta un’insolita ebbrezza,
è la curiosità un fervido impulso,
il motivo di un viaggio perenne,
uno sguardo al di là.
Saluto l’inverno, Paola Turci
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 3,1-6)
In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo. Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.
Mi lascio ispirare
Abominio: Gesù entra nella sinagoga di sabato, guarisce un uomo di sabato, provoca i sacerdoti. Abominio o testimone della promessa d’amore eterno di Dio? Con questo fare rivoluzionario Gesù vuole dire basta a una legge che viene prima delle persone. Basta vivere di perbenismo senza amore, di ripiegamenti su se stessi senza vita, di catene che minacciano il nostro bisogno di senso!
Basta ai masochismi, spacciati per buone prassi religiose ma che non sono altro che legalismi inutili e soprattutto mortiferi! Perché continuare a farsi del male rinunciando al dono della vita che il Padre vuole fare ai suoi figli? Perché rifugiarci nell’autosufficienza e nelle apparenze, digiunando d’amore e di relazioni che il Padre ha stabilito come cibo eterno per noi?
La domanda di Gesù su cosa sia lecito fare ci provoca e ci spiazza, perché mette il dito nelle nostre piaghe per poter, al contrario, farci mettere il piede sull’acceleratore della vita. «Alzati e mettiti in mezzo» dice al pover uomo con la mano inaridita. Gesù mette sul piedistallo il malato, l’emarginato, l’escluso e gli propone la novità: vita, così che proprio questo escluso possa diventare collaboratore di giustizia e fare cose grandi per gli altri. Guarda poi con indignazione quanti hanno anteposto al fratello malato la legge intoccabile e da attori sul campo si sono ridotti a passivi spettatori.
La legge è per l’uomo, non l’uomo per la legge; sant’Ignazio direbbe che ogni cosa è stata creata da Dio per aiutare l’uomo a conseguire il fine per cui egli stesso è stato creato. Dunque il fine della legge è la libertà, non la schiavitù. A noi la scelta su quali uomini e donne vogliamo essere, se dei viventi che si spendono con gioia per la vita e cercano di costruire una fraternità cristiana o dei morenti che si adeguano passivamente al sistema. La proposta di Gesù è la vita.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Su cosa tendo a ripiegarmi, sottraendomi alle opportunità di vita che il Signore vuole donarmi?
In che luogo della mia vita ho paura di agire controcorrente, come invece ha fatto Gesù?
Per cosa lotto davvero?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
20
Gennaio
2021
Alzati e mettiti in mezzo!
commento di Mc 3,1-6, a cura di Ilaria De Lillo