Ph. Martina Pampagnin -
Ingenuamente pensiamo che senza la fatica del quotidiano, la banalità delle cose, il fastidio degli ostacoli, la nostra vita interiore e animica fiorirebbe. Non è così: solo nella concretezza delle scelte e delle emozioni, nelle passioni e nelle delusioni realizziamo la nostra chiamata a lasciare che la scintilla divina in noi divampi.
Paolo Curtaz
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 25,1-13)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
Mi lascio ispirare
L’attesa non è mai facile. Capita a tutti, mossi da intrepido vigore, di avere le idee chiare su una cosa, ad esempio un obiettivo lavorativo o di studio, e di lanciarsi a capofitto in tutte le azioni che permettono di realizzarlo, ma di accorgersi, nella notte, di aver fatto qualche errore.
La notte arriva per tutti, a tutti capita di scoraggiarsi, di tentennare, di avere dubbi e di lasciarsi andare, per qualche tempo, alla stanchezza, al dolore. Il nostro spirito si addormenta, non riesce a restare sveglio; allora chiudiamo gli occhi, esausti. Le vergini della parabola, infatti, si addormentano tutte e dieci.
Il Signore, quindi, ci viene incontro, accoglie la nostra debolezza e ci chiama, con un grido che fa sussultare il nostro cuore. Si tratta di un momento irripetibile, per il quale, anche se assopiti, possiamo essere pronti o no; possiamo avere con noi l’olio o averlo dimenticato. Certo, ci potranno essere altre chiamate, ma sarà comunque qualcosa di diverso: ci sono singoli momenti nella nostra vita, nelle relazioni, nel lavoro, nello studio, nella fede, che passano e non sono rinviabili.
Chiediamo al Signore di aiutarci a smuoverci dal torpore della pigrizia e della negligenza, aumentando il desiderio di lui. Nella sana inquietudine, se coltiviamo la nostra vita di fede, la nostra relazione con lui, la lampada arderà durante tutta la notte; anzi, noi stessi diventeremo lampada ardente che sfida le tenebre.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando mi sono accorto di aver “dimenticato l’olio”?
In quali occasioni mi sono lasciato andare alla pigrizia, non coltivando la mia vita spirituale?
In quali situazioni ho avuto più facilità a “vegliare nella notte”?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
8
Novembre
2020
Lampada ardente
commento di Mt 25,1-13, a cura di Marco Ruggiero