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L'acqua di un fiume si adatta al cammino possibile, senza dimenticare il proprio obiettivo: il mare.
Paulo Coelho
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 5,1-12)
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
Mi lascio ispirare
Perché mai dovrebbero essere beati i poveri in spirito, coloro che sono nel pianto, oppure chi ha fame e sete di giustizia? Perché coloro che si trovano in una situazione che non garantisce loro una condizione sicura e stabile di vita dovrebbero essere beati? Oppure i miti, i puri di cuore, o gli operatori di pace, cioè che coloro che si impegnano a costruire comunione intorno a loro, perché sarebbero beati? “Beato te” lo diciamo quando uno si trova in una posizione invidiabile. Cosa c’è di inviabile in quelle condizioni?
Sono condizioni dove non ci immagineremmo mai di vedere Dio all’opera nella nostra vita. Sono situazioni in cui non ci aspetteremmo di trovare grazia. Eppure accogliendole come opportunità, diventano il contesto ideale per sperimentare che effettivamente possiamo amare proprio lì dove le condizioni non lo permettono.
Spesso siamo convinti che la nostra capacità d’amore dipenda dal contesto in cui ci troviamo: queste sono situazioni al limite che ci permettono di constatare che l’amore è un atto intenzionale, che nasce dal di dentro, che decido io, a partire da quello che io sono. Non è il contesto a stabilire come devo amare, bensì è la mia qualità di connessione tra me stesso e la realtà in cui sono immerso. La mia natura intima è amore che posso lasciar essere, la realtà diventa stimolo provocante per diventare creativi nell’amore. Una vita vissuta così legge le vicende avverse come occasione per generare una risposta nuova nell’amore. Mi scopro cioè creatore come il Creatore…e questa è la vera beatitudine!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quali situazioni ti sei accorto/a di poter amare come decisione interiore?
Quali sono le situazioni del presente in cui potresti liberare la tua capacità di amare?
Quali pensieri coltivi di solito per impedirti di amare?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
1
Novembre
2020
Beato te: la creatività dell’amore
commento di Mt 5,1-12, a cura di Flavio Emanuele Bottaro SJ