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Mi domando soltanto perché
Gesù Cristo è morto in croce per me.
Voglio sentirmi libero da questa onda,
libero dalla convinzione che la terra è tonda,
libero, libero davvero, non per fare il duro,
libero, libero dalla paura del futuro.
Libero perché ognuno è libero di andare,
libero da una storia che è finita male...
E da uomo libero, ricominciare,
perché la libertà è sacra come il pane.
Fabrizio Moro, Libero
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 14,1.7-11)
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cédigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Mi lascio ispirare
Gesù è così in contatto con lo Spirito del Padre che ogni occasione, anche la più piccola, diventa significativa per aiutarci a vivere anche noi secondo lo Spirito. Liberi davvero, semplici davvero!
Gesù “sente” l’umiliazione di colui che viene retrocesso, ma non lo compiange, anzi trasforma la situazione in un’occasione per noi. Non si tratta, però, di attivare una strategia vincente, che ti permetta di ottenere, con furbizia, una posizione migliore, quel riconoscimento che è vitale per noi! Né si tratta di galateo, del tipo “non ti mettere avanti, sii educato!”.
Si tratta, ancora una volta e sempre nel Vangelo, di una metafora che mette in discussione gli atteggiamenti profondi della persona e, solo secondariamente, i suoi comportamenti, perché i secondi derivano dai primi.
Allora Gesù ci chiede: «che idea ti fai di te? E come la coltivi? Chi ti dà il riconoscimento necessario alla tua vita? A chi chiedi vita nella tua vita?».
Sappi che l’unico riconoscimento che non marcisce e che dura sempre è quello che ti viene dal Padre, gli altri sono almeno ambivalenti o comunque non val la pena di affidarsi troppo a essi. Rischiano sempre di diventare motivo di orgoglio o, esaltazione, e quindi non mantenere ciò che promettono!
Solo la libertà amante ti può dare tutto quello di cui hai bisogno… perché ti libera dal bisogno e ti fa dipendere solo dall’amore del Padre.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa ti impedisce di sentirti davvero libero?
Quale riconoscimento è per te più importante? Perché?
Di cosa senti di avere più bisogno?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
31
Ottobre
2020
A chi chiedi vita, nella tua vita?
commento di Lc 14,1.7-11, a cura di Stefano Titta SJ