-
Giunge a volte, repente,
un’ora che il tuo cuore disumano
ci spaura e dal nostro si divide.
Dalla mia la tua musica sconcorda,
allora, ed è nemico ogni tuo moto.
Eugenio Montale
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 12,49-53)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
Mi lascio ispirare
L’immagine di Gesù che viene spesso raccontata è quella di una figura buona, pacifica, a volte un po’ fricchettona: un Gesù che accoglie tutti, che porge l’altra guancia, che tutto si fa passare addosso. Oggi ci viene chiesto però di sgombrare la mente e di metterci davvero davanti a una parola nuova, a un’immagine che forse non ci aspettiamo: non pace e unione, ma divisione e conflitto.
Il conflitto: una parola di cui a volte abbiamo paura, e che cerchiamo in qualche modo di aggirare. Conflitto tra quello che proviamo e quello che pensiamo, conflitto tra le cose che ci aspettiamo e le cose che poi di fatto accadono, conflitto tra parti di noi fedeli a degli ideali e compromessi continui che ci mettono in discussione. Conflitto tra i nostri desideri e le nostre paure; conflitto tra quello che gli altri si aspettano da noi e quello che siamo; conflitto tra le strade nuove che si aprono e le vecchie che ci reclamano.
Ogni cosa, per essere viva, ha bisogno al suo interno di conflitto: di separazione, di divisione, di guardarsi da due punti di vista diversi per cercare soluzioni nuove.
Se evitiamo tutto questo, se accettiamo la realtà acriticamente, se ci pieghiamo al dogmatismo e alla certezza delle nostre sicurezze, la vita non trova spazio per crescere, svilupparsi, andare avanti.
Gesù stesso ci invita oggi a non avere paura del conflitto: di quello che sentiamo dentro di noi e di quello che ci troviamo intorno. Non per restare nella paura e nella divisione: ma per continuare ad accendere un fuoco che riscaldi, che porti nel mondo energia e luce.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali parti di te non accetti, di quali hai paura?
In cosa ti rendi conto ti tendere a evitare il conflitto?
Dove credi di essere chiamato a metterti in gioco, ad accettare la diversità?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
22
Ottobre
2020
Paura del conflitto
commento di Lc 12,49-53, a cura di Rete Loyola (Bologna)