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Time has brought your heart to me,
I have loved you for a thousand years
I’ll love you for a thousand more.
Il tempo ha condotto il tuo cuore da me,
ti ho amato per mille anni,
ti amerò per altri mille.
Christina Perri, A thousand years
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 12,39-48)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».
Mi lascio ispirare
Bellissima la creatività di Gesù che si paragona ad un ladro, uno che arriva non atteso, sperando che noi con quell’attitudine che solo i veri innamorati possiedono, sappiamo sentire nel cuore il fremito che annuncia il suo irrompere nella nostra vita. Infatti, il vero centro di tutto è l’attitudine del cuore.
Quando abbiamo atteso l’amato/a, sperimentando quel sentimento unico e profondissimo, abbiamo iniziato a vivere come se fosse presente. L’attesa si tramutava in preparativi di accoglienza, le notti scorrevano nell’escogitare nuovi modi di mostrare e dire la profondità del sentire! Vivendo contro ogni ragionamento la speranza di un improvviso ritorno. Abbiamo desiderato che la sua visita potesse farci trasalire dal sonno, per unirci in un abbraccio atteso ed insperato, delicato e gravido di concretezza.
Oggi il Signore ci spinge, e desidera donarci, questo tipo di amore per Lui. Passione per tutta la sua Persona, fatta di Parola, di segni e simboli, di comunità calde ed accoglienti. Solo alla luce di un amore simile i doni e la fiducia riposta in me non possono lasciarmi inerme. Allora quelle parole smettono di suonare come minacce. Proprio perché non possono non accendere un desiderio di radicalità, un fuoco che vuole ri-donare all’Amato ed ai suoi amici molto di più di quanto sento, senza merito, di aver ricevuto.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Chi/cosa sto attendendo?
In quale luogo della mia vita mi sento chiamato a esercitare la pazienza dell’attesa con fiducia e libertà del cuore?
Se il Signore tornasse oggi, come mi piacerebbe essere da Lui ritrovato?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
21
Ottobre
2020
L’attitudine del cuore
commento di Lc 12,39-48, a cura di Narciso Sunda SJ