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Dio opera maggiormente in un cuore umile, perché è là che trova la maggiore possibilità di operare, trovandovi la maggiore somiglianza con se stesso.
Meister Eckhart
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 11,37-41)
In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro».
Mi lascio ispirare
Anche oggi è interessante ri-scoprire il modo di porsi di Gesù, che dopo aver ricevuto l’invito a pranzo da un fariseo siede a tavola con lui. Ancora una volta per Gesù la relazione vale più di qualsiasi etichetta. Il Signore decide di venirci incontro negli ambienti a noi più familiari, nelle nostre case, lì dove la nostra vita è più autentica.
Lo stupore del fariseo per le mancate abluzioni di Gesù prima del pranzo e il successivo rimprovero di Gesù ci fanno ritornare a tutte quelle volte in cui ci sentiamo ostaggi delle logiche dell’esterno e dell’apparire, in cui anche nell’intento di fare del bene mettiamo davanti sempre prima noi stessi.
Gesù ci chiama, ci invita a fare il bene con umiltà, perché altrimenti si cade in un fraintendimento pericoloso: sarebbe questo un bene che non porta frutti, perché nasce da noi stessi, dalle nostre logiche e non dall’incontro con Gesù.
Chiediamo al Signore di non stancarci di respingere questa logica dell’apparire, del sembrare, del “fare finta di” e di rinnovare sempre in noi l’impegno di procedere silenziosamente, facendo il bene.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale invito, secondo me, il Signore non avrebbe dovuto accettare?
Cosa mi stupisce, dell’atteggiamento del Signore?
Quando ho rischiato di fare il bene sterilmente, senza umiltà?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
13
Ottobre
2020
Dove la vita è più autentica
commento di Lc 11,37-41, a cura di Domenico Pugliese