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Quando il potere dell'amore supererà l'amore per il potere il mondo potrà scoprire la pace.
Jimi Hendrix
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 10,1-12)
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».
Mi lascio ispirare
Portare solo la pace. Nient’altro. Inermi, indifesi, quasi ingenui. Sentirsi nudi e in balìa dell’altro come un agnello in mezzo ai lupi è la condizione che vi permette di incontrare l’altro.
Forse incontrerete un figlio della pace, uno come voi. Nell’essere accolti, potrete scambiarvi ciò che ciascuno può offrire. Le vostre diversità si integreranno. Stabilirete un legame profondo, intimo, vi sentirete fratelli e sorelle. Avrete la sensazione di essere a casa, pur con degli sconosciuti, che vi sembrerà di conoscere da una vita. Sperimenterete che la comune umanità è la vera dimora dove è possibile abitare. Vi accorgerete che non avete bisogno di altro. E gioirete insieme.
Forse vi capiterà di non essere accolti. È faticoso non essere visti o riconosciuti dall’altro. Viene da reagire e da arrabbiarsi. Si riattivano antiche ferite. Il cuore si chiude per proteggersi. Ecco: quello è il momento propizio per sperimentare una cosa straordinaria: l’altro non ha il potere di togliermi la pace. Non si tratta di fare finta di niente di fronte al rifiuto, di negare il dolore per il mancato riconoscimento e neppure di far buon viso a cattivo gioco.
La pace è un atteggiamento assertivo: ha a che fare con la franchezza, ovvero con il coraggio di guardare negli occhi l’altro riconoscendolo umano anche nella sua chiusura. La pace è esercizio consapevole di questo potere: il potere dell’amore. È ciò che ti rende autenticamente umano. Quando smetti di cercare l’umanità dell’altro smetti tu stesso di essere umano.
La missione, come la intende Gesù, è una chiamata a rimanere umani, anche lì dove ci sentiremmo in diritto di rinunciare alla nostra umanità.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Ricorda una situazione in cui hai incontrato un figlio della pace. Come si allarga il cuore?
Pensa a quando hai risposto al male con il bene. Come ti sei sentito?
Rifletti su una situazione del presente in cui puoi decidere di rimanere umano anche se dall’altra parte non trovi riconoscimento.
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
1
Ottobre
2020
Il vero potere: la pace
commento di Lc 10,1-12, a cura di Flavio Emanuele Bottaro SJ