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Amare vuol dire soprattutto ascoltare in silenzio.
Antoine de Saint-Exupery
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 8,4-15)
In quel tempo, poiché una grande folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una parabola: «Il seminatore uscì a seminare il suo seme. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la mangiarono. Un’altra parte cadde sulla pietra e, appena germogliata, seccò per mancanza di umidità. Un’altra parte cadde in mezzo ai rovi e i rovi, cresciuti insieme con essa, la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!». I suoi discepoli lo interrogavano sul significato della parabola. Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo con parabole, affinché vedendo non vedano e ascoltando non comprendano. Il significato della parabola è questo: il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la Parola dal loro cuore, perché non avvenga che, credendo, siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, ricevono la Parola con gioia, ma non hanno radici; credono per un certo tempo, ma nel tempo della prova vengono meno. Quello caduto in mezzo ai rovi sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano soffocare da preoccupazioni, ricchezze e piaceri della vita e non giungono a maturazione. Quello sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza.
Mi lascio ispirare
Tanti terreni, tante rese diverse che rischiano di distrarre forse la nostra attenzione dal seme gettato e dal seminatore che con dedizione e passione sparge la semente. Siamo portati a concentrarci sul raccolto, ma questo rischia di non farci cogliere il valore e la preziosità del seme.
Come il seme, così la Parola ha un suo valore, una sua identità. Ogni parola ha una sua specificità, un suo spessore e solo quando scopriamo il valore delle parole, ci prendiamo del tempo per ascoltarle veramente. Solo se sappiamo ascoltare permettiamo che le parole entrino davvero nella nostra vita e la trasformino.
Ascoltare la Parola, significa imparare a sapere veramente ascoltare, dare spazio alla Parola, perché essa entri davvero in noi. Solo se sentiamo il valore della Parola, avremo voglia di prenderci tutto il tempo necessario e possibile per fare silenzio e far sì che la Parola risuonando nel silenzio si riveli a noi in tutta la sua profondità e così portare vita e frutti nuovi, radicandosi in noi.
Per amare, per portare frutto, dobbiamo allora imparare ad ascoltare. Solo così crescerà in noi il desiderio di lasciarci trasformare dalla Parola e diventare terreno fertile. Custodire è comprendere che la Parola è preziosa e dunque desiderare darle spazio perché possa portare frutto, perché possa moltiplicare la vita.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In che modo riesco a cogliere il valore che ogni parola porta in sé?
In che occasione ho sentito le parole ascoltate scendere nel mio cuore e trasformare la mia vita?
Cosa mi aiuta ad aumentare il mio desiderio di ascoltare la Parola?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
19
Settembre
2020
Saper ascoltare e voler ascoltare
commento di Lc 8,4-15, a cura di Chiara Selvatici