ישראל זילברברג / CC BY (https://creativecommons.org/licenses/by/2.5) -
Conoscerai un grande dolore e nel dolore sarai felice. Eccoti il mio insegnamento: nel dolore cerca la felicità.
Fedor Dostoevskij, I fratelli Karamazov
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 19,25-27)
In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Mi lascio ispirare
Proprio lì, non altrove, sta chi ha scoperto l’amore assoluto, che accoglie e si offre. Presso la croce dell’amato. Non è un caso che in quel luogo, in quel momento, in quella situazione di completo fallimento umano ci stiano solo coloro che hanno avuto a che fare con la predilezione amorosa e gratuita che Gesù ha fatto loro scoprire, ovvero le donne e il discepolo amato.
E proprio in quel frangente drammatico, avviene un affidamento reciproco della madre sua al e del discepolo amato, perché il rapporto di amore che hanno sperimentato con Gesù possa continuare. Non sembra quasi di stare assistendo a una crocifissione, ma piuttosto ad una scena di contemplazione.
Dei presenti non si dice cosa provassero: ciascuno di noi può mettersi al posto delle donne e/o del discepolo amato e “rivivere” quella scena, e sentire dentro di sé i sentimenti che emergono… è il momento più cupo della vicenda umana di Gesù? O non piuttosto il momento, pur nella sofferenza, in cui ciascuno può scoprire cosa voglia dire per lui/lei che Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito per donarci la vita eterna?
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Ai piedi di quale croce mi trovo oggi?
Quale frangente di dolore si è rivelato una fonte di grazia?
Cosa significa per me il sacrificio di Dio e di Cristo?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
15
Settembre
2020
Chi ha scoperto l’amore assoluto
commento di Gv 19,25-27, a cura di Lino Dan SJ