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Cerco un gesto un gesto naturale
per essere sicuro che questo corpo è mio.
Cerco un gesto un gesto naturale
intero come il nostro io.
Giorgio Gaber
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 6,6-11)
Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo. Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: “Alzati e mettiti qui in mezzo!”. Si alzò e si mise in mezzo. Poi Gesù disse loro: “Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?”. E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: “Tendi la tua mano!”. Egli lo fece e la sua mano fu guarita. Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.
Mi lascio ispirare
Sentirti rivolgere da un altro quello che hai dentro e ti tormenta, può suscitare collera, paura, odio, indignazione. Essere messi a nudo dallo sguardo di un altro paralizza, si perde “il polso della situazione”.
Dunque è lecito uscire da questi stati d’animo nella quotidianità della vita? È lecito che qualcuno porti allo scoperto questi nostri limiti? È lecito permettere che gli altri ci vedano per come siamo veramente?
La buona notizia si annuncia nel momento in cui questa conoscenza profonda di noi stessi e degli altri diviene il centro in quanto lì avviene l’incontro con Dio. La buona notizia suona come una chiamata alla tensione, a tendere i nostri stati d’animo alla luce lasciando che essa li guarisca, li trasformi, ora in questo tempo e questi luoghi della vita.
Basta un sì, un gesto, un atto di fiducia e affidamento all’onnipotenza di Dio che attraverso tutto si manifesta.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando ho avuto paura di venire alla luce?
Quali stati interiori si muovono dentro e non vogliono chiaramente esser guardati?
Come reagisco allo sguardo profondo e completo, pieno di amore, che Dio conoscendomi mi rivolge?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
7
Settembre
2020
Una chiamata alla tensione
commento di Lc 6,6-11, a cura di Mounira Abdelhamid Serra