Ph. by Courtney Carmody, Look to the cross for all understanding (on Flickr). -
Ogni volta che penso alla crocifissione di Cristo pecco d'invidia.
Simone Weil, Attesa di Dio
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 12,38-42)
«In quel tempo, alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno». Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. Nel giorno del giudizio, quelli di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!».
Mi lascio ispirare
Volere e non potere. È la situazione di scribi e farisei, che vogliono ma non possono. E vogliono ma non possono perché chiedono male. Non sanno volere. Non sanno leggere dentro se stessi. Si può incontrare il Signore e sprecare la preziosità di tale incontro, e tutto perché non ci si conosce, si sbaglia di segno quanto si desidera veramente. E non conoscendo se stessi, scribi e farisei mostrano anche di non conoscere Dio, che per loro è il Dio dei segni, della manifesta potenza.
Ma i segni del Dio di Gesù, del Dio che è Gesù, sono contro-segni, segni di contraddizione. Un unico segno indica Gesù-Dio: la croce, la Passione. Prima di chiedere ai suoi di “rinnegare se stessi e prendere la propria croce e seguirlo”, Gesù ha, in certo modo, rinnegato se stesso, detto no alla sua divinità, e ce l’ha mostrata nell’abbassamento più radicale, nell’annichilimento, nel suo contrario. Contrario almeno rispetto ai nostri canoni.
Ma Gesù non è contrario a se stesso, è fedele a Ciò e a Chi è. Gesù accoglie fino in fondo le conseguenze del suo proprio modo di essere Figlio di Dio. Dal segno della Passione e della Croce, ancora oggi Gesù invita a saper guardare a Colui che hanno trafitto, come gli ebrei hanno saputo guardare il serpente nel deserto e sono stati salvati. E trafitti a nostra volta da questa santa vista possiamo accogliere questo amore traboccante e cambiare ciò che in noi non è vita.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali desideri mi porto dentro? Cosa “voglio” chiedere anche io a Dio?
Cosa suscita in me la Passione di Cristo, oltre al sentimento?
Cosa ha bisogno di conversione la mia vita oggi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
20
Luglio
2020
Segni e contro-segni
commento di Mt 12,38-42, a cura di Michele Papaluca SJ