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Tutti noi abbiamo nel cuore qualche spazio di incredulità. Diciamo al Signore: “Credo! Aiuta la mia incredulità”.
Papa Francesco
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 3,16-18)
In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».
Mi lascio ispirare
Il volto del Dio-che-salva si rivela nel volto di ogni essere umano.
Quando scopro che Dio mi ama sul serio, capisco che Egli ama sconfinatamente tutte le sue creature; di conseguenza nasce la fiducia che, in me e in tutti gli esseri umani, questo amore lavora, modella, domanda e risponde, annulla la condanna e istituisce il perdono: salva.
Come Nicodèmo in cerca di un centro, assetati di movente e incastonati nel mosso, siamo termine d’una fune, lo Spirito Santo, che trova il suo principio nel Padre.
Gesù narra di se stesso per narrare di tutti noi e fonda la sua rivelazione su un riconoscimento pieno, una consapevolezza donata senza riserve, un’accettazione espressa senza paura.
Come il “sì” che disse Maria all’Angelo, così noi possiamo essere il “sì” del mondo alla salvezza, se il nostro giudizio sulle cose smette di essere definitivo ma rimane un giudizio aperto per la fede nell’amore.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale volto ha oggi il Signore?
Qual è stata l’ultima occasione in cui mi sono sentito amato sul serio?
Quale “sì” offro oggi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
7
Giugno
2020
Progettare con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo
commento di Gv 3,16-18, a cura di Mounira Abdelhamid Serra