Ph. Andrea Lalli -
Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po’
e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò.
Lucio Dalla, L’anno che verrà
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 14,27-31)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».
Mi lascio ispirare
In questi giorni stiamo rileggendo il discorso che il Signore fa ai discepoli prima della Passione, un discorso d’addio – e quando una persona a cui si vuole bene se ne va, è normale essere tristi, turbati, sorge un sentimento di malinconia, di assenza di qualcosa che, si sa, non ritornerà più.
Se la persona che si lascia, però, è amata, si sa che quell’amore vissuto insieme perdura nel cuore di entrambi, lascia un segno positivo che supera il tempo, come se rimanesse per sempre qualcosa. E già questo è fonte di una gioia che è più forte della malinconia.
I distacchi non sono di certo semplici, ma fanno un po’ parte della vita. Il Signore sa quello che deve accadere, ma si preoccupa di lasciare un esempio e delle parole di consolazione per i suoi discepoli. Ma, soprattutto, sa che la sua morte non avrà l’ultima parola, perché ha fede in quel padre della Vita verso il quale ha vissuto sempre in obbedienza e che ora non può lasciarlo solo.
Anche dopo la Resurrezione il Signore non lascerà a sua volta soli i discepoli, ma si farà presente tramite lo Spirito, come fa con noi oggi. Promette di starci vicino nel cammino della vita, di riempirla d’Amore e di farci sperimentare quella gioia della Resurrezione che Lui stesso ha provato. Come? Tramite l’incontro con Lui nella preghiera, nella comunità e nell’Eucarestia. Noi stessi diventiamo portatori dei segni della sua presenza nel mondo. La malinconia perde senso, perché l’Amore che Lui ci ha lasciato, tramite lo Spirito, è più grande di tutto.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale mio turbamento desidero affidare al Signore, per camminare insieme a Lui?
Quando ho incontrato nella preghiera o nella vita la gioia della Resurrezione? Ne faccio memoria?
Ho visto nella vita di altri segni di questa Resurrezione ?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
12
Maggio
2020
Profonda consolazione
commento di Gv 14,27-31, a cura di Daniele Ferron