Ph. Martina Borsa -
Di che è mancanza questa mancanza,
cuore,
che a un tratto ne sei pieno?
Mario Luzi
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 14,21-26)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Gli disse Giuda, non l’Iscariòta: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
Mi lascio ispirare
C’è questa voce che mi parla. Ed è una voce in grado di leggere con la Parola la mia vita. Sa descrivere quello che vivo attraverso quelle parole.
È così che anche non avendo conosciuto l’uomo Gesù, Dio si manifesta a me. E qui si gioca la mia libertà. Posso decidere di lasciar stare queste cose, di dedicarmi a ciò che fanno tutti, passare il tempo un po’ qua e un po’ là. Scegliere la carriera più conveniente, o quella che penso di potermi permettere, per portare a casa il pane e vivere nei ritagli di tempo che avanzano. Frequentare le persone fintanto che mi accomodano, decidere per il mio tornaconto quando serve e far finta che le mie paure non abbiano alcuna influenza reale sulla mia vita.
Oppure posso vedere dove questa voce mi vuole portare. Prestargli l’orecchio per capire cosa vuole dirmi. Guardare cosa vuole mettere in luce di me e imparare a riconoscerla così come riconosco la voce di mia madre.
Allora questa nostalgia di casa, questo senso di mancanza o di disorientamento, questo grande punto interrogativo sulla mia vita diventano la strada per trovare un luogo in cui abitare, in cui poter stare. Un luogo in cui Dio stesso viene a stare e dal quale trarre un’energia vitale sempre nuova. Non è un caso che il termine entusiasmo, per alcuni, sia derivato dal greco en-theos: avere Dio dentro.
Vivendo questa relazione, approfondendo la conoscenza di questa voce, non posso che innamorarmi di essa. Godere di essa per il solo fatto che esiste, così come gioisco della vita di coloro che amo.
Allora l’obbedienza alle sue parole, ai suoi comandamenti, non è altro che la forma che assume questo mio amore in atto. Non è altro che ciò che questo amore mi spinge a fare.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In che modo conosci Dio?
Attraverso quali sensazioni e sentimenti lo riconosci nel corso della tua vita?
Cosa mette in moto in te questa sua presenza?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
11
Maggio
2020
Dove posso abitare
commento di Gv 14,21-26, a cura di Ettore Di Micco