Ph. nyckelord on Piqsels -
Le cose si scoprono attraverso i ricordi che se ne hanno. Ricordare una cosa significa vederla – ora soltanto – per la prima volta.
Cesare Pavese
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 6, 60-69)
In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».
Mi lascio ispirare
Signore, che fatica, però, seguire il Vangelo a volte! Che fatica perdonare, che fatica essere miti, dare tutto a chi nemmeno se ne accorge. Che fatica cercarti e molte volte non trovarti dove credevamo, come ti credevamo. Chi può seguire questa via stretta, chi può ascoltare questa parola dura?
Eppure, eppure… eppure quando riusciamo a fermarci, quando riusciamo a non farci guidare dai bisogni, dall’ansia di non farcela, quando per un attimo ci voltiamo indietro a vedere dall’alto la nostra vita, i ricordi più preziosi sono di quei momenti in cui c’era uno spirito diverso, in cui si poteva sentire qualcos’altro oltre il visibile. Momenti in cui abbiamo creduto e conosciuto.
Non ci ricordiamo degli affanni di tutti i giorni, delle preoccupazioni che oggi ci sembrano insuperabili, ma di quei momenti in cui la vita ci ha sorpreso, in cui ci siamo sorpresi di noi stessi, in cui qualcosa non è andato come previsto, eppure si è rivelato pieno di vita. Un incontro, un’emozione dolce, un pensiero che ti consola.
E non ci siamo neanche accorti della fatica, della durezza delle parole, del sacrificio che stavamo facendo: il Padre ci aveva concesso di venire a lui, di capirlo con il cuore senza che ci sforzassimo. Quella è la vita che resta, quella è la vita eterna, che Gesù ci vuole indicare con le sue parole.
Chi altri ce la può mostrare?
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Guardandomi indietro, quali sono quei momenti di dolcezza non previsti con cui la vita mi ha sorpreso?
Quando la parola del Signore mi è sembrata dura da ascoltare?
In quale occasione abbiamo fatto o seguito il bene senza sforzo, senza quasi rendercene conto?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
2
Maggio
2020
I ricordi più preziosi
commento di Gv 6, 60-69, a cura di Gloria Ruvolo