Salvador Dalí, La persistenza della memoria -
Questo è il luogo che Dio ha scelto per te,
questo è il tempo pensato per te
Dario Urbano
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 7,1-2.10.25-30)
In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo. Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto. Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato». Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora.
Mi lascio ispirare
Nei Vangeli succede spesso che Gesù sia a rischio di morte e che provino a prenderlo. Ma in qualche modo riesce sempre a evitare l’arresto. A volte passando in mezzo alla folla, altre – come oggi – si dice semplicemente che non riescono a “mettere le mani su di lui”. Al di là del COME si salvi, qui ci viene data una spiegazione del PERCHÉ si salva: non era giunta la sua Ora.
Ma cosa si intende con la parola “Ora”? Chiariamo che questa parola indica un tempo, certo, ma prima di tutto uno stato interiore. L’Ora mette insieme due cose: da una parte la conoscenza dei miei doni, dei miei limiti e di ciò che desidero; dall’altra la conoscenza del mondo, dei suoi bisogni e delle sue opportunità. L’Ora è il momento della scelta, quello in cui ciò che io desidero si incontra con ciò che la società e la Chiesa mi chiede. Attento a ciò che scopro e porto dentro di me e alle necessità di chi ho intorno, posso scegliere che direzione dare alla mia vita perché sia libera, consapevole e responsabile. In poche parole, perché io possa diventare pienamente io.
Per Gesù quella non era ancora la sua Ora. Però questo non significa che non ci siano scelte da fare in altri momenti: Gesù qui ha già le idee chiare, è già in cammino verso quel “Sì” che lui dirà di fronte alla croce. Perché l’Ora non si aspetta, si costruisce con le nostre scelte quotidiane. Ci sono tanti, innumerevoli “sì” che preparano e formano la nostra coscienza al “Sì” che dovremo dire, e che poi andrà ri-scelto continuamente. L’Ora non ci viene dagli angeli del cielo, ma nasce dal concreto di una vita sulla terra.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Per cosa stai aspettando l’Ora?
In quale occasione hai sentito che era giunta l’Ora?
Chi cerca di mettere le mani sul tuo Gesù?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
27
Marzo
2020
Qui e Ora
commento di Gv 7,1-2.10.25-30, a cura di Leonardo Vezzani SJ