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La fantasia non saprebbe inventare tante diverse contraddizioni quante ce ne sono naturalmente nel cuore di ogni uomo.
François de La Rochefoucauld
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 11,29-32)
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
Mi lascio ispirare
Le folle si accalcano intorno a Gesù. Si spingono e si stringono. Gesù ha parole che attirano, che importa se per ascoltarlo bisogna sgomitare e sopportare il caldo del sole, il fiato e il sudore della gente che preme tutta intorno?
Gesù però non ha soltanto parole di conforto. Ci sono anche affermazioni forti e scomode come quelle di oggi. “Questa generazione…” non è solo quella dei suoi contemporanei, è la generazione del lettore, è la nostra, perché anche noi cerchiamo segni. Il nostro cuore a volte tentennante li desidera. Per questo siamo cattivi? È malvagia la generazione che cerca un segno?
Cercare un segno e non chi vi sta dietro, questa è la tentazione che rallenta il passo del nostro cammino. È per questo che Gesù promette un segno “problematico”. Anche nel rimproverare, il suo cuore vuole la nostra libertà.
Il segno promesso è quello di Giona, segno di contraddizione e di alterità: Giona è straniero rispetto a Ninive e la regina del Sud è straniera rispetto a Israele. Il segno annunciato è perciò quello che viene dai margini, dalle periferie. È il segno che non ti aspetti, che rompe con ciò che precede, che non è autoreferenziale e non conferma il già noto, ma disloca e interroga.
Al tempo stesso, Giona non è solo la novità, è anche la misericordia e il perdono.
Se poi il segno di Giona è il tempo dei tre giorni trascorsi dal profeta nel ventre del pesce, esso richiama l’assenza, il silenzio, l’occultamento e anche il ritorno alla vita. È la luce dopo le tenebre, è la salvezza dopo la morte.
Signore noi cerchiamo segni, tu continua a liberarci donando la novità che spiazza, l’amore e il perdono che curano, la vita nuova dopo le tenebre. Per questo anche oggi noi ci accalchiamo intorno a te!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Se potessi disegnare una mappa della tua vita presente, che cosa collocheresti ai margini?
Che cosa di nuovo e imprevisto intuisci possa venire da queste periferie?
Se Giona bussasse alla tua porta, che cosa ti direbbe di cambiare?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
4
Marzo
2020
Novità, misericordia, perdono
commento di Lc 11,29-32, a cura di Diego Mattei SJ