Ph. Verena M., Martina Pampagnin -
Lascio andare la fune che mi unisce alla riva,
[…] lascio andare il destino, tutti i miei attaccamenti,
i diplomi appesi in salotto, il coltello tra i denti.
[…] Distendo le vene e apro piano le mani,
cerco di non trattenere più nulla.
Niccolò Fabi, Vince chi molla
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 1,14-20)
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. Subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
Mi lascio ispirare
Sento che tutto sta per cambiare: lo vedo arrivare, raccontandomi che il tempo di ogni mio desiderio è giunto, che la pienezza è dietro l’angolo, che tutto sta per compiersi. Che il disegno per me finalmente ha un senso, che tocca a me.
Tocca a me, allora. Tocca a me muovere i miei passi sui suoi, seguendo il suo viaggio verso la compiutezza. Tocca a me mollare la presa su tutto quello che sono convinto mi definisca, su ogni cosa che penso di essere invece che di avere. Allora mollo la presa, le mani si allentano, la rete cade. Scelgo di rischiare che non mi resti nulla tra le mani. Che il rinunciare a quello che sono sempre stato mi lasci vuoto e spento. Ma le mie mani sono ancora piene.
Sono sempre io, il pescatore di sempre, con l’attenzione e la cura di sempre. Cambia la rete, però. Invece che pesci, mi sono ritrovato a inseguire desideri, a prendermi cura del cuore della gente che incontro. Nelle mie reti, i cuori affascinati di chi ascolta le parole di una storia d’amore e non chiede che di essere invitato.
E lui invita, subito chiama tutti, lui. Passa e sembra non esserci alcuna alternativa altrettanto degna di vita: la piena libertà del suo amore incanta ogni cuore e io sono chiamato a raccontarlo a chiunque.
Sui suoi passi, uno dopo l’altro, cuore dopo cuore.
Tutti insieme, nel suo nome.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Su cosa chiedi al Signore di aiutarti ad allentare la presa?
Quali reti nella tua vita possono essere trasformate per essere reimpiegate?
Cosa ti impedisce di seguire i suoi passi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
13
Gennaio
2020
Tocca a me
commento di Mc 1,14-20, a cura di Verena M.