-
Ciò che diciamo principio
spesso è la fine, e finire
è cominciare.
Thomas Stearns Eliot
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 1, 1-18)
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.
Mi lascio ispirare
L’ultimo giorno dell’anno ci riporta all’inizio… per finire bene bisogna ricollegarsi all’inizio! L’ultima parola ci riporterà a ciò che è alla base della nostra vita, a ciò che la fonda. Questo inno ricchissimo e bellissimo non ha paura di affermare ciò che sta al principio e fondamento di tutto. Dio che si comunica attraverso il suo Verbo e, aggiunge, la difficoltà che l’uomo fa ad accoglierlo senza equivoci, in trasparenza.
Due affermazioni che si tengono tra loro, e che queste parole ci aiutano a rimettere in ordine perché noi tendiamo a partire dalla nostra miserevole e piccolissima esperienza (le tenebre, il mondo, la carne), ma la realtà non è cominciata con noi. La realtà è frutto di un desiderio di comunicazione, di apertura, di dono.
Se vuoi capire qualcosa della tua situazione attuale (o finale) devi ritornare a questo principio: contempla, loda, stupisciti perché Dio, eterno e autosufficiente, ha scelto di non essere più così, ma si è fatto tempo e si è messo nelle tue mani! Allo scopo di comunicarti la sua stessa vita: diventare figlio di Dio!
Questo dono inaudito e, per noi, folle (“ma chissà chi glielo fa fare, a Dio, di comportarsi così!”) trova dentro di noi resistenze incredibili. Strano? Forse no, anch’io mi posso riconoscere tra chi non lo ha accolto: non mi fido, voglio tenere il controllo e così lo perdo, vivo nell’ansia o nella preoccupazione e così vincono le tenebre… Vale la pena ripensarci, rileggo l’anno passato in questa chiave… faccio ancora in tempo a cambiare!
Ecco allora che questo tempo di fine e di consultivi diventa tempo di progetti e di apertura: ripartendo dal Principio posso scegliere più liberamente se e come accoglierlo per diventare ciò che già ero senza saperlo: figlio di Dio.
Buona anno a tutti!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali bilanci, quest’anno, affido alle mani misericordiose del Signore?
Quale fine si è dimostrata un’inizio?
In quale occasione ho fatto fatica ad accogliere il Signore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
31
Dicembre
2019
Alla fine, il Principio
commento di Gv 1, 1-18, a cura di Stefano Titta SJ