-
Io so, ora, che vita e morte sono significativamente legate fra loro.
Etty Hillesum
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 20,2-8)
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
Mi lascio ispirare
A brevissima distanza dal Natale, una scena che non ci aspetteremmo di trovare in questo periodo. Sembra quasi fuori luogo. Eppure è tra la Natività e la Resurrezione che si svolge la vita di Gesù – e questa stranezza ci permette di dire una cosa importante: la salvezza il Signore ce la porta attraverso la sua vita.
A volte ci rifugiamo nella dolcezza del bambino Gesù e ci lasciamo sfuggire la vita di scelte difficili e di fatiche che dovrà affrontare. Altre volte invece pensiamo che siamo stati salvati solo dalla sua morte, pensando sotto sotto che se non c’è sofferenza non c’è salvezza – dimenticandoci che il Signore vuole misericordia, non sacrificio.
La salvezza non si riceve perché ci sia stato un episodio in particolare, Gesù non è un mago che fa apparire cose che un attimo prima non c’erano. No, la salvezza è l’incontro con il Vivente che salva: è il sentirsi guardati da Qualcuno che mi vede come una meraviglia stupenda.
L’insistenza della Chiesa sulla meditazione della Scrittura punta proprio sulla necessità di sentire che quello che Gesù comunicava a chi incontrava è vero anche oggi per ognuno di noi.
Certo, ci sono eventi della sua vita in cui questa salvezza si comunica con più forza, ma ogni gesto di Gesù è espressione del suo desiderio di salvezza: anche nelle cose più banali, come il passare il sale a tavola, Gesù comunica lo stesso messaggio che passa con forza dalla Natività e dalla Resurrezione: “non temere, sei salvato!”.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In che modo trovi tracce della Resurrezione nella Natività?
Qual è il tuo nuovo inizio?
Quale evento ti ha parlato di salvezza?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
27
Dicembre
2019
Non temere, sei salvato!
commento di Gv 20,2-8, a cura di Leonardo Vezzani SJ