Andrej Rublëv -
Senza rinascita niente è del tutto vivo.
Maria Zambrano
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 1,1-18)
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.
Mi lascio ispirare
Oggi ci viene proposta una visione dall’alto della venuta nella carne del Signore Gesù.
Siamo invitati a non scordare che quel bimbo indifeso affidato alle nostre cure è la Parola (il Logos, il Verbo) che ha messo in moto tutta la creazione! Siamo oggi chiamati ad offrire al Signore la nostra grotta, quell’abisso che, nel minacciarci ed impaurirci, c’impedisce di vivere da figli di Dio, amati per il solo fatto di essere al mondo e liberi di accogliere e trasmettere la sua luce.
Il Natale del Signore manifesta il suo desiderio di rimetterci al mondo, con il bambino Gesù siamo oggi invitati a lasciarci ri-generare. Un processo che si realizza insieme nella passività e nell’azione! Solo una cura “genitoriale” della Parola, che individui spazi e tempi concreti da dedicarle, ci donerà una reale ed intima accoglienza della luce.
Il Signore ci doni in questo Santo giorno, e in questo tempo di Natale, di sperimentare il retrocedere delle nostre tenebre, il riscaldarsi delle nostre parti più infreddolite e l’illuminarsi delle nostre zone d’ombra.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quale “grotta” desideri veder nascere il Signore Gesù?
Chiedi al Signore Gesù che ti aiuti a prenderti concretamente cura della Parola. In che modo potresti aiutarla a nascere e crescere nella tua vita?
Di quale tipo di luce (calda, fredda, intensa, soffusa…) pensi di aver bisogno in questo Natale?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
25
Dicembre
2019
Ri-generati, rimessi al mondo
commento di Gv 1,1-18, a cura di Narciso Sunda SJ