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Benedicat tibi Dominus et custodiat te,
ostendat faciem suam tibi et misereatur.
Tui convertat vultum suum ad te
et det tibi pacem.
Il Signore ti benedica e ti custodisca,
mostri a te il suo volto e abbia misericordia di te.
Rivolga verso di te il suo sguardo
e ti dia pace.
Francesco d’Assisi, Benedizione a frate Leone
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 1,39-45)
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Mi lascio ispirare
Maria si alzò e andò di fretta.
Quell’annuncio da poco ricevuto sarà stato un terremoto, nella vita di Maria. Una giovane donna che si scopre parte di un qualcosa di imprevisto, di un cambio di vita inaspettato. Ma un conto è dire di sì a un annuncio, a una notizia. Un’altra cosa è iniziare a viverla! Ci sono i pregiudizi della gente (una donna incinta mentre è ancora promessa sposa, uno scandalo!), i dubbi, le paure. Ma anche la gioia, l’eccitazione, il desiderio davanti a una nuova vita che fiorisce.
Davanti a tutto questo, Maria prende e parte. Va in fretta da Elisabetta, forse in cerca di un momento di pace, lontano dagli sguardi di chi magari la giudica. Va magari a cercare consiglio, aiuto.
Quando arriva, riceve un benvenuto probabilmente inaspettato: Elisabetta esce da ogni logica dei pregiudizi e la accoglie ricolma di gioia benedicendo lei e il suo bimbo. Quanto calore e quanta felicità avrà provato Maria per questa accoglienza! Non a caso subito dopo Maria risponderà con il magnificat, una delle lodi più belle che ci siano…
Oggi benedire (dire bene) è diventato una rarità. Tendiamo a chiedere, desiderare, giudicare… ma raramente invece ringraziamo, raramente benediciamo e lodiamo per quello che ci viene donato o semplicemente per quello che di bello succede agli altri.
Fermiamoci un momento, proviamo a ringraziare, benedire, lodare – perché come ci ricordano Maria ed Elisabetta nel loro incontro, essere accolti da qualcuno con gioia, gioire in prima persona, sentirsi benedetti, benedire: è qualcosa di meraviglioso! E, soprattutto, è qualcosa di contagioso!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Per cosa mi sono sentito e/o mi sento benedetto?
In che modo ringrazio e benedico il Signore per quello che mi dona?
Come reagisco a quello di bello che succede agli altri?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
21
Dicembre
2019
Benedetta tu
commento di Lc 1,39-45, a cura di Marco Sturniolo