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La ragione è la fede
in ciò che si può comprendere senza fede;
ma si tratta comunque di una fede
perché comprendere
presuppone il fatto
che ci sia qualcosa di comprensibile.
Fernando Pessoa
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 18,1-8)
Diceva loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: “Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”.
Mi lascio ispirare
Oggi Gesù ci chiede di fermarci a riflettere sulla nostra preghiera, in particolare su come intendiamo e con quali sentimenti viviamo il rapporto con il tempo che va dalla nostra richiesta al suo esaudimento. Sì, perché la preghiera non è un punto, non è neanche solo un’azione: è una tensione di tutta la persona, un anelito.
La preghiera nasce dall’amore che ho sperimentato e capito che Dio nutre nei miei confronti. Questo amore crea lo spazio per la speranza che Dio mi ascolti e la speranza permette ai miei desideri e ai miei bisogni, alle mie ferite, ai miei dolori e alle mie gioie di prendere parola e di diventare richiesta o ringraziamento.
Questa dinamica è già, di per sé, salvezza che mi cambia.
Il tempo della preghiera richiama però un altro tempo che è quello di Gesù, di quella che le Scritture chiamano la parusia, cioè la manifestazione completa di Gesù che si farà riconoscere e che completerà tutta la creazione. È un tempo di attesa, di tensione, affidato completamente a noi, alla nostra libertà e responsabilità. In questo senso si capisce la domanda finale: “Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?” cioè ci troverà “in tensione” cioè: ad aspettarlo, a desiderarlo, a ringraziarlo, a chiedere, ad aspettarci da lui qualcosa? O troverà giudici aridi e indifferenti?
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Immagino Gesù audace nel parlare, negli esempi che fa. Cosa dice di me, della mia umanità più vera e profonda?
Con che disposizione interiore vivo la preghiera?
Quale paura soffoca la speranza di incontrare il Signore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
16
Novembre
2019
In tensione
commento di Lc 18,1-8, a cura di Andrea Piccolo SJ