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Se l’unico strumento di cui disponi è un martello fai in modo di trattare ogni problema come se fosse un chiodo.
Abraham Maslow
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 17,11-19)
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».
Mi lascio ispirare
I lebbrosi vengono guariti mentre vanno a presentarsi dai sacerdoti. Si sono fidati della parola di Gesù e hanno fatto quello che era stato chiesto loro. Vanno dai sacerdoti “come se” fossero già guariti e nell’andare guariscono per davvero.
I nove lebbrosi si ritrovano purificati dalla lebbra, ma non hanno colto quello che Gesù ha fatto veramente loro. Semplicemente, pensano di essere stati esauditi nel loro desiderio di guarigione da una malattia invalidante. Da domani riprenderanno la loro vita di un tempo, ma saranno ancora esposti alle fatalità che possono loro accadere. E ancora una volta si ritroveranno malati.
Il lebbroso samaritano, invece, si accorge che Gesù ha fatto ben altro. Si rende conto di aver ricevuto una chiave di lettura con cui leggere la sua intera esistenza da quel momento in avanti. E così non esita a metterla subito in pratica, tornando indietro per ringraziare. Ha imparato che la vita vissuta nella lode fa entrare nella dimensione dell’eternità.
Non è questione di lebbra o non lebbra: è questione di come io percepisco la mia esistenza nel mondo. Se mi penso dis-graziato cercherò continuamente una conferma per dimostrare a me stesso e agli altri che è proprio così. Tutte le scuse diventano buone per confermare la mia tesi. Se mi penso “graziato”, la mia vita diventa una lode e cercherò occasioni per lodare. Questa è la fede che salva: diventare consapevole che un cuore che loda è un cuore contento.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In che cosa sei abituato a pensarti malato/inadeguato/sbagliato?
Quali esperienze ti sei precluso a partire da questo pensiero?
Hai mai provato ad agire “come se” fossi sano?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
13
Novembre
2019
Creati sani e salvati
commento di Lc 17,11-19, a cura di Flavio Emanuele Bottaro SJ