Ph. Martina Pampagnin -
Love is a burnin’ thing
and it makes a fiery ring
bound by wild desire
I fell into a ring of fire .
L’amore è una cosa che brucia
e crea un un anello ardente
costretto da un desiderio selvaggio
sono caduto in un anello di fuoco.
Johnny Cash, Ring of Fire
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 12,49-53)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
Mi lascio ispirare
Ma come? Ma non era quello del “Pace a voi”? E invece ora, così passionale, ci annuncia fuoco e divisione e scontri? Questo un po’ ci confonde e ci spaventa. Ed è bene che sia così.
Ce lo dice lui: in questo cammino che lo sta portando, passo dopo passo, verso Gerusalemme, l’uomo Gesù vive un momento di angoscia. Intuisce il dono grande che porta con sé, questo fuoco ardente che dove passa incendia e fa pulizia. Lo si usa anche in campagna, il fuoco: lo si lascia divampare per bruciare tutte le sterpaglie per preparare il terreno nuovo per la semina.
Brucia, il fuoco, può far male, ma è ciò che permette di svelare l’essenziale, il vero e così passare di fiamma in fiamma, di cuore in cuore. La fiamma è viva e, moltiplicandosi, non si consuma mai.
Ma allora perché l’angoscia, perché siamo spaventati? Gesù oggi si fa testimone di una grande verità che è anche un po’ un avvertimento: se davvero vogliamo farci portatori di questa fiamma, allora dovremmo essere pronti a scontrarci, ad andare controcorrente anche con chi ci è vicino, con chi ci ama. Il Vangelo, la buona notizia, non è adatto per chi vuole stare comodo e non vuole rischiare nulla. Al contrario, è di chi si gioca tutto, per intero, ogni giorno.
Qualcuno di saggio una volta, mentre mi guardavo indietro e vedevo solo terra bruciata, mi disse: “si cresce solo per discontinuità”. Ed è proprio così: non spaventiamoci, dunque. Non possiamo crescere se non ci sono momenti di rottura, che siano piccole fratture o squarci profondi, nel nostro sentire, nel nostro fare, nel nostro essere. Servono per fare pulizia, dentro e fuori. Solo così possiamo tenere la fiamma viva. E continuare a illuminare o, almeno, provarci.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quali terreni della mia vita sento di dovere fare pulizia?
Che cosa mi spaventa di più, nel pensarmi portatore di fiamma viva?
Mi guardo indietro: quali sono stati i momenti di rottura che mi hanno fatto crescere?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
24
Ottobre
2019
Di fiamma in fiamma
commento di Lc 12,49-53, a cura di Francesca Carraro