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Chi viaggia senza incontrare l’altro, non viaggia, si sposta.
Alexandra David-Néel
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 9,51-56)
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.
Mi lascio ispirare
Il nostro Gesù camminatore decide con fermezza di mettersi in viaggio per andare incontro a un’umanità che non sa neanche di essere in attesa. Il passo del Signore è risoluto: in fondo lo aspetta Gerusalemme, ma la strada è ardua e gli ostacoli sono tanti.
Camminare è muoversi, valicare confini, entrare in terre nuove con dei passi vecchi e imparare a cercare e trovare nel presente un equilibrio armonico tra passato e futuro. Per arrivare a Gerusalemme Gesù deve attraversare la Samaria – e, poiché la strada è importante quanto la meta, anche qui prova a portare le sue parole nuove, una buona notizia che sembra non trovar spazio.
Chi viaggia porta in giro se stesso, Gesù porta se stesso lungo le strade di un mondo che non sempre è pronto ad accoglierlo. Lo sa bene e per questo manda dei messaggeri davanti a sé e accanto ha i suoi discepoli. Ma non è detto che chi gli cammina accanto conosca sempre le ragioni del suo andare.
Pur camminando accanto al Signore, infatti, con Giacomo e Giovanni possiamo a volte rischiare di fraintendere i suoi passi. Con quanta tenerezza, allora, il Signore si volta a guardarci, abbassa il suo sguardo all’altezza del nostro e ci invita a salire con lui, a puntare in alto. A metterci in cammino con lui e per lui in pienezza, fidandoci del suo sguardo, fidandoci del suo passo.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quale luogo della mia vita vorrei che il Signore dirigesse i suoi passi?
Verso quale terra nuova vorrei muovere i miei passi?
In quale occasione ho rischiato di fraintendere le parole di vita che mi venivano rivolte?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
1
Ottobre
2019
Punta in alto!
commento di Lc 9,51-56, a cura di Verena M.