Ph. Verena M. -
Potessi
stanotte
gettare l’ancora in te!
Emily Dickinson
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 16,19-31)
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».
Mi lascio ispirare
Gesù parla ai farisei, i più duri da convertire. Perché mettevano già in pratica la legge pur senza averne colto il cuore e in questa consapevolezza trovavano pace – e non ascoltavano più il Signore). Queste parole sono quindi per chi ci sta provando, ma, lungo la strada, si perde un pezzo…e dai pezzi si parte: dalla tavola del ricco stanno cadendo dei pezzi.
Al tempo di Gesù, infatti, non esistevano i tovaglioli, e i ricchi, quando banchettavano, si pulivano le mani con la mollica del pane, che poi gettavano sotto al tavolo. C’è quindi un rigetto, uno spreco. Pane a disposizione del ricco, che però egli non usa per sfamarsi, ma per pulirsi le mani. Un pane strumentalizzato, che viene gettato (fuori dal banchetto).
E poi c’è un povero, un senza pane, un gettato (fuori di casa).
Cosa sembra soffocare la vita, la salvezza? L’aver chiuso il povero fuori di casa. Perchè la vista del povero è brutale – ma a volte è necessario rabbrividire davanti al grido manifesto di qualcun altro per diventare sensibili al proprio, per entrare in contatto con il desiderio di Dio che veramente abita ognuno di noi. Ciò che il ricco e il povero sceglieranno come pane, come agognato nutrimento delle loro vite, cambierà le loro sorti.
Gesù allora ci prega di non perderci l’unico pezzo indispensabile: lui, che non desidera altro che gettarsi (in noi!). Per sempre!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quali situazioni della mia vita, preso da tutti i miei progetti (di bene), mi nutro di tutto meno che di Dio, gettandolo giù dalla mia tavola?
In quali situazioni della mia vita ho sentito di essere in contatto con il desiderio di Dio?
Quale povero gettato sulla soglia di casa mia, quale realtà che non capisco e che mi disturba posso accogliere oggi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
29
Settembre
2019
Gettato!
commento di Lc 16,19-31, a cura di Elena Benini