Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
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di P. Claudio Rajola Le mani di Dio sono mani ora di grazia ora di dolore ma sono sempre mani d’amore (D. Bonhoeffer) Gv 15,1-8In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non …
Mi lascio ispirare
di P. Claudio Rajola
Le mani di Dio sono mani ora di grazia ora di dolore ma sono sempre mani d’amore (D. Bonhoeffer)
Gv 15,1-8
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
Il principio fondamentale della vita cristiana è il «dimorare-rimanere» innestati in questa vite spirituale che è il Cristo: se il discepolo rimane in Gesù attraverso la fede e l’amore, Gesù rimane in lui col suo amore e con la sua fecondità. Se manca questa continua osmosi di vita col Cristo, la nostra vita si inaridisce, le azioni diventano meccaniche, le parole religiose solo vani suoni, la freddezza del cuore e la secchezza della coscienza ci attanagliano.
Il rimanere in Gesù si oppone alle nostre fughe. Quante volte dinanzi a situazioni interiori o esteriori cerchiamo di fuggire. Quando sono interiori ci diciamo «non ci devo pensare», o «mi devo distrarre, mi faccio un viaggio». Invece, quando sono esteriori siamo portati a fuggire, cambiare aria. Gesù ci invita a rimanere, a stare nelle situazioni, anche quando avvengono potature. È vero che ogni potatura è sempre una violenza però ha come fine una maggiore raccolta di frutti. Colui che compie questa operazione di «potatura» è il Padre che ci conosce profondamente e individua quegli elementi nocivi per la nostra vita e li purifica. Per questo non è chiesto a noi di effettuare questi «tagli», ma di fidarci di Dio perché noi potremmo rischiare di eliminare qualcosa di importante.
Noi siamo già in Dio e Lui è in noi, in un legame profondo che non mai è statico e fissato per sempre. Infatti, Gesù per esemplificare questa unione non usa immagini di oggetti inanimati ma usa l’immagine di una pianta che cresce, e che in questa progressione vitale ha bisogno di esser curata, in modo che il frutto che può dare non venga a mancare per mancanza della giusta attenzione.
La fede è intimità, è comunione. Rimanere in Cristo vuol dire avere una comune residenza ed esperienza di vita.
Buona giornata!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
21
Maggio
2014
GET UP and WALK 21/05 RESTARE: innestati nella vita di Dio
commento di , a cura di Rete Loyola (Bologna)