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Se ognuno fa qualcosa, si può fare molto.
Padre Pino Puglisi
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 9,32-38)
In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni». Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!».
Mi lascio ispirare
È facile fare il bene quando sai che te ne tornerà indietro gratitudine, riconoscenza, stima; non altrettanto quando questo comporta una perdita; è il motivo per cui pochi ragazzi a scuola hanno il coraggio di perdere la faccia mettendosi dalla parte del bullizzato, e pochi a lavoro, se non sono toccati in prima persona, si schierano apertamente contro le ingiustizie di un capo. I farisei non erano percepiti come un ordine polveroso, ipocrita e corrotto, ma erano rispettatissime guide morali e politiche, veri rappresentanti delle cause di ogni buon israelita. Gesù rischia sempre di essere considerato il peggio pur di far fiorire la vita che si trova di fronte.
Gesù sa che non c’è nulla che meriti attenzione quanto la vita, la libertà e la felicità di ciascuno di noi; e lo sa nella carne, ogni volta che si guarda attorno. Questa compassione, il senso più intimo della vita, mi richiama dalle mille distrazioni in cui ogni giorno rischio di perdermi. Ma appena sollevo un po’ lo sguardo dal mio orto vedo un mondo che sembra troppo avvizzito per dare frutto. Signore, perché non hai chiesto direttamente il raccolto, a tuo Padre? Perché pregare per degli operai, quando ad uno schiocco delle tue dita ogni pianta potrebbe crescere, ogni sterilità sanarsi, ogni fame saziarsi, ogni vita compiersi?
Eppure, hai voluto noi a seminare. Quasi che ti interessassero più i processi che le soluzioni; che ci amassi così, sudati e barcollanti, con il nostro crescere lento fatto di contraddittorietà e retromarce, più di una vittoria sicura.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale mutismo, blocco posso offrire oggi al Signore perché lo risani?
Cosa provo, contemplando lo sguardo di compassione di Gesù sulla folla?
Dove vorrei vedere dei risultati e invece mi sembra di continuare a vedere solo fatica?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
9
Luglio
2019
Tempo di crescita
commento di Mt 9,32-38, a cura di Samuele Adorno