- Ph. לחם
Una sera come tante, ed è la mia vecchia impostura
che dice: domani, domani… pur sapendo
che il nostro domani era già ieri da sempre.
Giovanni Giudici, Una sera come tante
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 6,24-34)
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».
Mi lascio ispirare
Il cibo, il vestito: quelle descritte oggi sono occupazioni umane, legittime. Il cibo e il vestito sono due necessità fondamentali dell’uomo, senza di essi probabilmente non potrebbe pensare al resto. A essere in discussione però non è tanto il fatto che l’uomo si occupi di queste cose, quanto piuttosto che se ne pre-occupi: la necessità non è più la spinta che ci porta a procacciarci i mezzi per sopravvivere, ma diventa il fine della vita stessa, il padrone al quale sottomettersi.
E i padroni rischiano di essere tanti, uno per ogni cosa che occupa il nostro tempo: il lavoro, lo studio, la carriera, i doveri, l’apparenza, il corpo, l’immagine che diamo di noi, il tempo libero, il divertimento, la vita sociale. Ognuna di queste cose rischia di diventare un dio al quale obbedire, ritrovandoci divisi in tanti pezzetti che sembrano spesso andare in direzioni opposte.
Ma Gesù oggi ci presenta un’altra immagine: quello che Dio vuole per noi non è la divisione, ma l’unità; un’unità che diventa libertà, come quella degli uccelli del cielo, e che diventa bellezza, la stessa bellezza dei gigli di un campo.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali sono le pre-occupazioni della mia vita?
Che cosa significa per me cercare il regno di Dio?
Quando ho fatto esperienza della vicinanza del Signore nel presente che stavo vivendo?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
22
Giugno
2019
Vivere da pre-occupati
commento di Mt 6,24-34, a cura di Caterina Rapini