Ph. Martina Pampagnin -
E tu prendimi, portami con te
come un incendio nelle tue abitudini.
Mariangela Gualtieri
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 16,5-11)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato».
Mi lascio ispirare
“È bene per voi che io me ne vada…”: parole dure, che spaventano: i discepoli stanno per perdere il loro amico, maestro e pastore. Sono impauriti e non vogliono lasciar andare colui che li ha amati come nessun altro.
Gesù invece arde dal desiderio di lasciarli, perché, limitato dal suo corpo, dal tempo e dallo spazio, non può abbracciare e dar vita a tutti. L’amore è come il fuoco: non può essere soffocato, solo se gli lasciamo spazio, la grande quantità di ossigeno gli permette di divampare! Questo è il grande mistero di un Signore che attraverso il Paraclito può stare accanto a ciascuno di noi.
Attraverso lo Spirito, ognuno di noi porta dentro il “suo” Gesù: un Signore che ogni giorno è in dialogo con noi, che è impegnato a promuovere la nostra vita e a metterci in comunione con le vite che ci circondano. Un Gesù che, rimettendoci continuamente al centro della nostra esistenza, ci libera dalla tremenda tentazione di far girare tutto intorno a noi. Un avvocato difensore (παρα, «presso» e καλέω, «chiamare») che ponendosi al nostro fianco prende le nostre difese.
Difensore capace di far luce sul peccato, sulla giustizia e sul giudizio. Siamo così liberati dal pericolo di offendere gli altri nel disperato tentativo di far valere i nostri “diritti”. Affidiamo oggi la nostra causa all’unico “legale” che può mettere a tacere il peggiore degli accusatori, quello che in diversi modi ci sussurra di non essere amabili e degni di vivere da figli e fratelli!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quanto sono consapevole che dentro di me abita un Signore che, ventiquattr’ore su ventiquattro, non ha altro da fare se non promuovere la mia vita?
Come e quanto cerco di entrare in contatto con il “mio Gesù”?
Quali sono le mie strategie difensive? Chiamo in causa il mio avvocato difensore (il Paràclito)?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
28
Maggio
2019
Lascia spazio all’amore!
commento di Gv 16,5-11, a cura di Narciso Sunda SJ