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I pescatori sanno che il mare è pericoloso e le tempeste terribili, ma non hanno mai considerato questi pericoli ragioni sufficienti per rimanere a terra.
Vincent van Gogh
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 21,1-19)
In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti. Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
Mi lascio ispirare
A pochi giorni di distanza dalla risurrezione, Pietro e alcuni altri discepoli sono tornati indietro, nei loro luoghi di origine, in quegli stessi posti dove hanno incontrato e poi seguito il rabbì venuto da Nazaret.
L’incontro con Gesù Risorto ha suscitato in loro gioia e allo stesso tempo timore: qualcosa di unico è accaduto e sono ancora sconvolti. Hanno bisogno di tempo per capire, stanno uniti per aiutarsi a vicenda. Ripetere i gesti ben noti, come andare a pescare nel lago, è un modo per farlo, rifugiandosi nelle sicurezze del passato.
Ed è proprio mentre vivono la delusione di ritrovarsi con le mani vuote – malgrado lo sforzo non hanno pescato nulla e non hanno nulla da mangiare – che incontrano ancora una volta il risorto. Non lo riconoscono immediatamente, ma solo dopo aver fatto attenzione alle parole e ai gesti che compie.
Li invita a gettare nuovamente la rete e ridesta in loro la speranza, suggerendo la possibilità di un nuovo inizio, senza restare attaccati al passato. La sovrabbondanza della pesca permette al discepolo amato di riconoscere Gesù: potremmo dire che la “firma” del Signore è proprio questa: non conoscere limiti e calcoli nel suo dono di amore.E alla fine prepara da mangiare per i suoi discepoli, un’espressione concreta del suo modo di prendersi cura di quanti ama.
Ecco cosa vuole trasmetterci Gesù: donarci e donare senza fine, prenderci cura degli altri, perché lì dove viviamo sappiamo riaccendere la speranza.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali reti vuote vuoi affidare al Signore?
Chi ti è vicino nel cammino della fede?
In che luogo della tua vita riconosci i segni della presenza del Risorto?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
5
Maggio
2019
Un amore che rilancia
commento di Gv 21,1-19, a cura di Giuseppe Riggio SJ