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Bisogna esprimere il profumo racchiuso nelle nostre anime! Bisogna essere tutti canto, luce e bontà.
Federico García Lorca
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 12, 1 – 11)
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.
Mi lascio ispirare
Il profumo dell’olio che si sparge per tutta la casa dà la cifra dell’amore di Maria per il Signore Gesù. Come l’amore, il profumo non si vede, ma si sente, si gusta, e giunge in ogni angolo del luogo dove esso viene sparso. Come l’amore, che intride di sé ogni cosa, ogni persona, con la quale viene a contatto. Un amore fatto di gesti, di servizio, di ascolto, di contemplazione. Di partecipazione, come per Lazzaro, decretato di morte dopo la risurrezione operata da Gesù perché testimone – che quindi che indubitabilmente attrae verso il Signore.
L’amore sparso, l’amore ricevuto, l’amore donato… tutto in questa cena-scena parla di un amore che è innanzi tutto quello che Gesù sta per fare di sé. Che c’entra allora quantificare lo “spreco” di profumo? “Lasciala fare”, dice Gesù. Di fronte alla gratuità di un gesto così non c’è spazio per i miseri mercanteggiamenti, neppure di fronte alla falsa alternativa di dare quei soldi per i poveri.
Per i poveri c’è e ci sarà sempre lo spazio che è necessario, perché sono la presenza del Signore fra noi. Ma in questo momento bisogna anche gustare la presenza di quel “povero” che è Gesù, che fra poco diventerà reietto, maltrattato, umiliato, crocifisso. Per amore.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale nardo offro oggi al mio Signore?
Quale ipocrisia mi ha impedito di offrirmi per amore?
In che occasione mi è sembrato che qualcuno versasse nardo per me, per amore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
15
Aprile
2019
Spreco d’amore
commento di Gv 12, 1 – 11, a cura di Lino Dan SJ