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Ho soltanto un sorriso.
Così. Un moto appena visibile di labbra.
E per te lo conservo:
ché è un dono dell’amore.
Anna Achmatova
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 6,17.20-26)
In quel tempo, Gesù, disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne. Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».
Mi lascio ispirare
La valle è ampia, si sono già radunate molte persone e continua ad arrivare gente. Aspettano Gesù di Nazareth e, nell’attesa, si raccontano l’un l’altro ciò che hanno udito di lui. Che cosa dirà, oggi? Chi guarirà? Ed ecco apparire da lontano, giù dalla collina, un gruppo di uomini. Si avvicinano.
È proprio lui, con dodici discepoli. Arriva. Si mette a parlare. La gente è così tanta che i più sentono solo qualcosa, forse solo quella parola, “felici”, ripetuta tante volte, ma i poveri capiscono che Gesù parla di loro. E ridono. Si aspettavano un discorso difficile, con sottili passaggi, e si sentono dire “felici”. La bocca rimane aperta in un gran sorriso.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Tra quali persone ho incontrato i sorrisi più belli?
Che cosa mi rende felice?
Quando rimango amareggiato e deluso?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
17
Febbraio
2019
Un sorriso tra la folla
commento di Lc 6,17.20-26, a cura di Stefano Corticelli SJ