-
Il primo che arriva a chiedermi qualcosa ha diritto a quel poco povero tempo che il Signore mi ha affidato.
Don Mario Borzaga
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 6,30-34)
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
Mi lascio ispirare
Anche oggi ci stiamo riunendo attorno a Gesù, anche oggi è qui tutto per noi. È il momento di dirgli piano quel dolore, quella fatica, quel pensiero, quello che avremmo voluto dire o fare, quella gioia, quel successo, di chiedergli quel consiglio, di raccontargli quel volto. È qui, e la nostra vita gli interessa.
Ci ha visti in mezzo a tutta la corsa e la folla di questo mondo, ha visto i nostri sforzi e ci conosce fin nel più intimo bisogno di riposo. E ci svincola, ci porta in disparte… Lontani, per un po’, da tutte le vite e le relazioni che rischiamo di confondere con la Vita, la Relazione.
Ma come spesso succede quando si programma qualcosa di bello, arriva qualcosa che rovina tutto.
Conosciamo quell’amaro in bocca, quell’imperfezione. Dio ha scelto di immergersi tutto in questo incompiuto, e Gesù è così umano da cambiare idea: davanti all’ostacolo della folla che ci ha inseguiti non chiede di deviare ancora la barca, ma si lascia attraversare nella carne dalla realtà che non si aspettava, nell’imprevisto riconosce la sorpresa e la volontà di suo padre. E ricomincia a spezzarsi come pane.
Forse anche oggi si mangia domani. Ma magari ci è bastata quell’esperienza che siamo arrivati a dirgli, quel boccone che ci ha offerto, quello sguardo che ci ha rivolto; o forse scopriremo nella stanchezza il segno concreto dell’azione del Signore nella nostra vita: forse se ritrae la mano della consolazione è per farci alzare lo sguardo al suo volto.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In che cosa sento il bisogno di chiedere riposo al Signore?
In quale limite/imprevisto ho trovato la sorpresa/volontà di Dio?
Quali luoghi della mia vita sono abitati da pecore senza pastore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
9
Febbraio
2019
Un riposo sommerso di realtà
commento di Mc 6,30-34, a cura di Samuele Adorno