ph. Andrea Lalli -
Il battere cadenzato del trebbiatore desta il pensiero che nella spiga recisa si nasconde tanto nutrimento e tanta vita.
Johann Wolfgang von Goethe, Le affinità elettive
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 2,23-28)
In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!». E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».
Mi lascio ispirare
Senza requie, sempre in movimento, Gesù viene incontro alla nostra fame, alle nostre necessità quotidiane, saziando i nostri bisogni perché possiamo lasciar spazio ai desideri. Dio, Signore di ogni cosa e anche del sabato, dà dignità a ogni nostra mancanza, mettendo e mettendosi tutto a nostro servizio. Il grano, il tempo, il suo stesso primogenito: tutto si piega alla nostra fame, tutto si spezza per colmarci.
Nelle mani del Signore anche i nostri vuoti e le nostre mancanze si rivelano preziosi e sacri, tutto è nobilitato dal suo sguardo d’amore. Ogni cosa lo mette in movimento, tutto commuove il suo cuore; anche la nostra insufficienza, e soprattutto la nostra insufficienza, allora, diventa luogo d’amore.
Perché non c’è sabato davanti a chi ha fame: è sempre tempo di cogliere le spighe per impastare il pane di vita che noi poveri attendiamo a mani aperte e tese. E per Gesù non c’è vacanza, non c’è riposo: passeggiando nel grano si fa per noi ancora e sempre pane.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa ho fatto, nonostante fosse “sabato”?
Quando mi sono sentito saziato dal Signore?
Quale fame affido oggi a Dio?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
22
Gennaio
2019
Benedetta la fame
commento di Mc 2,23-28, a cura di Verena M.