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Ciò che rende bello il deserto, disse il piccolo principe, è che da qualche parte nasconde un pozzo.
Antoine de Saint-Exupéry
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 2,13-17)
In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Mi lascio ispirare
Come alveo di fiume senz’acqua i nostri cuori prima dell’incontro con te, Signore. Siamo terra spaccata, che attende te, che sei acqua leggera e fresca dopo una stagione di arsura. Siamo ragnatela di fiumi in attesa d’acqua, i corsi dei quali, pur partendo da mondi diversi, diventano cerchio di fonti ricolme della tua acqua che cura, lenisce e fa dei nostri cuori fragile argilla, malleabile, pronta ad essere plasmata con l’acqua di cui le tue mani traboccano.
Non fiume rumoroso e roboante, ma alveo di arsura che risale la corrente per seguire te. Alveo di fiume che con te ritrova vita, forma, colore. Cristallina acqua quieta, dopo il sordo suono della terra da accudire.
Piova la tua acqua benedetta sui nostri cuori riarsi, faccia della sabbia terra buona, plasmabile, dell’alveo secco e spaccato, dolce culla del flusso del tuo limpido amore, che cicatrizza e cura ogni fenditura della nostra terra.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando mi sono sentito terra spaccata in attesa di acqua?
Dove vorrei sperimentare la pioggia portatrice di vita del Signore?
Quale deserto oggi voglio affidare alle cure del Padre?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
19
Gennaio
2019
L’attesa dell’acqua
commento di Mc 2,13-17, a cura di Martina Pampagnin