ph. Matteo Suffritti SJ -
I giovani sono portatori di un’inquietudine che va prima di tutto accolta, rispettata e accompagnata, scommettendo con convinzione sulla loro libertà e responsabilità. La Chiesa sa per esperienza che il loro contributo è fondamentale per il suo rinnovamento. I giovani, per certi aspetti, possono essere più avanti dei pastori.
Documento finale del Sinodo dei Vescovi sul tema: “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 2,1-12)
Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola. Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati». Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua». Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».
Mi lascio ispirare
Mi immedesimo in uno dei quattro amici del paralitico. Gesù è così vicino. Potrà guarire il nostro amico paralitico come ha già fatto con tanti altri? La folla non ci spaventa anche se ci ostacola. Possiamo farcela a portare il nostro amico davanti a lui. L’amico paralitico resiste, spaventatissimo, all’idea di comparire come un effetto speciale in mezzo alla stanza in cui si trova Gesù. Non lo vede molto fattibile. Forse sarà più facile bypassare la folla che circonda la casa, portarlo su per quella scaletta stretta, fare un’apertura e calarlo giù, sulla sua barella, senza farlo sfracellare in braccio a Gesù, rispetto a convincerlo che è una cosa sensata. Alla fine l’amico paralitico sembra cedere, anche se è un po’ una follia. Siamo quattro contro uno e lui sa che gli vogliamo bene. Tanto. Alla fine lascia fare e chiude gli occhi. Come un bambino. Trepidazione mentre lo caliamo. Trepidazione quando finalmente arriva sano e salvo, davanti a un Gesù piuttosto meravigliato.
Mi immedesimo in uno degli scribi seduti ai piedi di Gesù. Passi che se uno è pentito e chiede perdono, Dio (e Dio solo!) è capace di rimettere i peccati, ma questo figliolo paralitico non ha riconosciuto e non ha chiesto proprio niente! In più i suoi quattro amici hanno scoperchiato una casa rispettabile. Questo Gesù può davvero rimettere i peccati a un paralitico basandosi sulla fede e sull’affetto di quattro vandali un po’ acrobati? Dio rimette i peccati sulla base dell’amicizia?
Mi immedesimo in uno della folla. Colui che era entrato nella stanza dal tetto, calato come un morto, sta uscendo dalla porta sulle sue gambe. Adesso porta a casa sua la barella su cui prima era portato… Adesso nella stanza si vede il cielo!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Qual è la persona o la situazione che oggi desidero portare a Gesù? Sono solo o c’è qualcuno con me?
In che occasione mi sono riscoperto a contemplare Gesù dall’alto di un tetto sfondato per amore e mi sono lasciato stupire dalle sue parole?
Nella mia vita c’è qualcosa che l’amicizia o il perdono potrebbero ancora scoperchiare?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
18
Gennaio
2019
La regola dell’amico
commento di Mc 2,1-12, a cura di Matteo Suffritti SJ