L’eroismo non è solo il gesto di una persona che sacrifica se stessa per salvare altri. È quel gesto lì, ma è anche il gesto di alzarsi tutti i giorni, alle cinque di mattina, per andare a lavorare e dare un futuro alla propria famiglia. È l’impegno che un insegnante si prende, di seguire i suoi studenti nell’esperienza dello studio. È anche fare bene il proprio lavoro quando nessuno ti guarda. Se c’è posto per l’eroismo? Ogni volta che sentiamo che dovremmo fare qualcosa e che ci costa fare quel gesto.
Leo Ortolani
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 20,2-8)
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
Mi lascio ispirare
Parlare di resurrezione a pochi giorni dal Natale sembra fuori luogo. Abbiamo ancora negli occhi e nel cuore la figura di Gesù bambino, e questo stride con il pensiero della sua morte e resurrezione.
Eppure fermarci davanti alla resurrezione in questo momento ci permette di dire che la salvezza non è frutto di un gesto o dell’altro compiuto dal Signore Gesù. È tutta la sua vita che salva. Ogni gesto, dalla sua nascita alla sua morte e resurrezione, esprime l’amore del Signore per il suo popolo.
Non abbiamo a che fare con un eroe, che ad un certo punto della sua vita compie un gesto eclatante: Gesù ci dice che la noiosa quotidianità può diventare dimora dell’infinito. E ogni singolo gesto può essere un modo per dire: «Gesù salva!».
Chiediamo al Signore di essere capaci di essere porta tra la quotidianità e l’infinito.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale elemento della mia quotidianità oggi può parlare del Signore?
Chi è per te, oggi, un eroe dell’amore quotidiano?
In quale fine hai trovato un nuovo inizio?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
27
Dicembre
2018
Dacci oggi il nostro amore quotidiano
commento di Gv 20,2-8, a cura di Leonardo Vezzani SJ