Libertà e felicità non si trovano in nessun luogo fuori di noi
R. Bach
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 5,17-26)
Un giorno sedeva insegnando. Sedevano là anche farisei e dottori della legge, venuti da ogni villaggio della Galilea, della Giudea e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. Ed ecco alcuni uomini, portando sopra un letto un paralitico, cercavano di farlo passare e metterlo davanti a lui. Non trovando da qual parte introdurlo a causa della folla, salirono sul tetto e lo calarono attraverso le tegole con il lettuccio davanti a Gesù, nel mezzo della stanza. Veduta la loro fede, disse: «Uomo, i tuoi peccati ti sono rimessi». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere dicendo: «Chi è costui che pronuncia bestemmie? Chi può rimettere i peccati, se non Dio soltanto?». Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Che cosa andate ragionando nei vostri cuori? Che cosa è più facile, dire: Ti sono rimessi i tuoi peccati, o dire: Alzati e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati: io ti dico – esclamò rivolto al paralitico – alzati, prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e si avviò verso casa glorificando Dio. Tutti rimasero stupiti e levavano lode a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose».
Mi lascio ispirare
Il paralitico: ci ricorda tutti i blocchi interiori che abbiamo e ci impediscono di camminare. Tutti conosciamo queste paralisi: ognuno ha le sue – e ci accorgiamo che queste paralisi sono il vero male, perché costituiscono il blocco dei desideri che ci toglie la voglia di avanzare. Ci ritroviamo dunque a non essere più uomini avviati, che camminano, che hanno una destinazione, un futuro, una promessa; ci ritroviamo a vivere nell’oscuro, pensando che non si possa far altro che stare così.
Il peccato: in ebraico vuol dire fallire il bersaglio. Noi tutti sperimentiamo di fallire il bersaglio, di non raggiungere l’obiettivo nella nostra vita, anzi spesso non sappiamo nemmeno dove andare: proprio per questo restiamo paralizzati. Il peccato costituisce tutta quella serie di fallimenti che, ormai, bloccano i nostri desideri e non ci fanno muovere.
E Gesù cosa fa? Li rimette, li manda via. Proprio mentre tutti i nostri fallimenti ci avvolgono, proprio quando rischiamo di identificarci coi nostri peccati, lui ci dice “Basta, sono mandati via da te tutti questi fallimenti, tutti questi peccati”. Dove c’è il peccato e la miseria, Dio è lì con la sua misericordia.
L’unica sua vittoria sul male non consiste nel punire il peccatore ma nel perdonare il peccatore. Il peccatore perdonato capisce due cose: prima di tutto capisce chi è Dio – Dio è uno che ama infinitamente e non può non amare; poi capisce chi è l’uomo – l’uomo è amato infinitamente.
Cambiamo realmente e guariamo dalla paura delle paralisi scoprendoci uomini liberi solo quando il perdono viene ad essere il luogo più profondo del nostro riscatto, dove capiamo di essere amati di un amore infinito che è per noi
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali sono le situazioni in cui ti senti paralizzato?
In quali occasioni hai sperimentato la presenza di qualcuno che ti ha aiutato a liberarti dalle tue catene?
Quale paralisi affidi al Signore, oggi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
10
Dicembre
2018
Parola che libera
commento di Lc 5,17-26, a cura di Enrica Bonino s.a.