Ci sono uomini che sono troppo fragili per andare in frantumi. A questi appartengo anch'io.
Ludwig Wittgenstein
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 10,21-24)
In quel tempo, Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: «Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto. Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare». E volgendosi ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non l’udirono».
Mi lascio ispirare
La relazione d’amore che Dio desidera instaurare con ciascuno di noi non è per pochi eletti, per chi ha delle caratteristiche particolari, è dotto o sapiente. Non sono necessari dei requisiti per essere amati da Dio. Il suo è l’amore incondizionato di un padre verso i propri figli. Non dobbiamo essere i migliori, i più intelligenti, quelli col lavoro più figo o la posizione sociale rilevante.
Coloro che entrano più in profondità nella relazione col Signore sono i piccoli. Chi sono nel concreto? Siamo tutti noi, quando ci mettiamo alla presenza del Signore per quello che siamo, nella nostra semplicità senza maschere, e sappiamo lasciare spazio a lui. Essere piccoli non significa che le cose che abbiamo, i nostri talenti, desideri, aspirazioni, quello per cui lavoriamo o i risultati che abbiamo ottenuto non sono importanti. Tutt’altro. Ma significa riconoscere che l’amore di Dio Padre per noi figli è gratuito ed infinito e va al di là di quello che noi possiamo dare.
Guardando all’azione di Dio nelle nostre vite scopriamo che è vero: il canale per cui entra il Signore sono proprio le nostre fragilità, i luoghi dove abbiamo più bisogno di essere amati e dove, alla fin fine, siamo disponibili a lasciare spazio a Lui. Allora possiamo considerarci beati, perché davvero è il più alto desiderio di ogni uomo e donna essere amato così.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In che occasione ho fatto esperienza di questo sentirmi piccolo e amato incondizionatamente?
Quando mi sono reso disponibile ,nella preghiera e nella vita, a lasciarmi plasmare e amare da Dio?
Quale fragilità vorrei vedere come luogo d’amore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
4
Dicembre
2018
L’arte di scoprirsi fragili
commento di Lc 10,21-24, a cura di Daniele Ferron